19 mag 2012

parte 8 - Il dottor Prossomariti


Papà non è da meno di mamma. Presepista convinto in cerca di proseliti, impatta contro di me che sono un’alberista convinta, per dirla alla De Crescenzo.
Non lo so, i pastori mi fanno paura.
Passa talmente tanto tempo in garage, a fare presepi e a restaurare mobili, che ha mandato in crisi mia cugina piccola. Sia mamma che papà sono medici, ma lei per qualsiasi problema si era sempre rivolta a mamma. Quando aveva circa cinque o sei anni, è stata poco bene. Mia zia l’ha portata a casa, ma mamma non c’era perché era di turno:

  • Zia, aspetta un attimo che ti chiamo papà. – le dico io.
  • Perché chiami zio Luciano? -  chiese mia cugina.
  • Monica così vediamo di capire cosa hai.
  • E perché? Zio Luciano non fa il falegname?

Spesso, siccome a Napoli si trovano materiali di vario tipo per i suoi presepi, mi spedisce in giro a comprare cose di cui non capisco niente.
Una volta mi ha mandata al negozio di materiali per l’accademia d’arte a comprare la “cera bianca”.

  • Salve mi servirebbe della cera bianca!
  • Cera bianca…cera bianca. Ma volete quella gialla?
  • Oddio non lo so, mi hanno detto bianca.
  • Ma bianca non c’è.
  • Aspettate un attimo faccio una telefonata e chiedo bene.

Prendo il cellulare e chiamo papà.

  • Papà ma qua dicono che la cera bianca non esiste. Dice che c’è solo gialla.
  • Eh si quella gialla.
  • E scusa ma perché mi hai mandata a comprare la cera “bianca”?

Ogni tanto con la scusa di venirmi a trovare a Napoli, si fa accompagnare a San Gregorio Armeno, la famosissima strada dei presepi della città partenopea. Lì vendono tutto l’occorrente per creare pastori, oggetti e scenografie per i presepi, ma anche prodotti già finiti.
Un giorno siamo andati lì perché papà cercava una natività da 7 centimetri. Vale a dire che i pastori devono essere alti 7 centimetri.
Abbiamo guardato in una decina di negozi. Papà è lentissimo quando fa queste cose e il mio unico compito è portare le buste. Dopo circa due ore di “passeggiata”, coma la chiama lui, mi trascino a stento con il carico di materiale artistico.
Alla fine siamo riusciti a trovare una natività che gli piaceva. Nonostante ciò sembrava perplesso. Continuava a osservare la statuina che rappresentava la Vergine Maria.

  • Dottò c’è qualcosa che non va? – chiese perplesso il commerciante.
  • Mi sembra piccola. Siete sicuro che è sette centimetri?
  • Dottò, mi dovete crede, se si alza… è 7 centimetri.

Io sono corsa fuori di ridendo come una pazza. Ma che cavolo di discorsi sono questi.
Papà è un tipo molto ansioso, caratteristica che ha ereditato da sua madre. Un pomeriggio nonna mi ha chiamata e al termine della conversazione mi ha fatto la seguente raccomandazione
  • Mi raccomando, non prendere le borse che lasciano sugli autobus!
 Io sono rimasta un attimo perplessa. Forse ho capito male.
No.
Ho capito proprio bene:
  • Nonna ma che me ne devo fare delle borse che lasciano negli autobus?
  • stai attenta che ci potrebbe essere una bomba.
Oltretutto papà ha una certa propensione a fare figuracce, proprio come me; più che altro perché a volte parla senza pensare.
Una domenica era venuta mia nonna a pranzo da noi e, non so come, siamo finiti a parlare del nonno di una mia amica che, è sulla sedia a rotelle. Mia sorella ha detto:
§  quello poi non è neanche tanto vecchio. Ha solo 78 anni.
 E mio padre:
§  azz non è vecchio! Mica sei giovane a 78 anni?
Scattano i segnali. Io e mia madre cominciamo a sbracciarci dalle nostre postazioni, ma papà imperterrito:
§  A 78 anni stai più di là che di qua.
 Abbiamo tentato anche con i segnali di fumo ma alla fine è dovuta intervenire in maniera più diretta mia nonna:
§  we Lucià, io tengo 77 anni, come dici tu l’anno prossimo avessa murì!
Papà è convinto inoltre che la perseveranza premia, ma non si rende conto dei rischi che corre. A volte si mette in fondo alla scala e grida…
§  è pronta la cena scendete!
§  Si, si papà arrivo.
§  è pronta la cena scendete!
§  Si, si papà arrivo subito.
E continua così finché non ti viene la voglia di dire tutte le bestemmie che non hai mai detto in vita tua. Sembra Lello Arena nel film Ricomincio da tre quando chiama Troisi….Gaetà, Gaetano, Gaetà, Gaetano.
Papà si è anche sobbarcato l’onere di insegnarci a guidare. Mamma è troppo impressionabile in macchina. Ricordo ancora uno dei primi tentativi che abbiamo fatto. Guidavo abbastanza bene ma a un tratto davanti al parabrezza è comparso un uccellino. Per paura di colpirlo ho sterzato all’improvviso e così siamo finiti con parte della macchina in una campagna e le ruote posteriori in una canaletta. Papà voleva uccidermi.
Il periodo della scuola guida è stato abbastanza snervante per me. Sono riuscita a rompermi il polso e il legamento del ginocchio in meno di 20 giorni per cui non riuscivo mai a fare le prove di guida.
La sera dopo la lezione l’istruttore per circa dieci minuti ci faceva rispondere a delle domande per vedere se avevamo capito bene.
La lezione sugli incroci è stata drammatica. Ho dato talmente tanto fastidio chiacchierando con la mia vicina di banco che ad un certo punto l’istruttore mi ha chiesto di rispondere ad una domanda:
  • Cosa faresti se ti trovassi a un incrocio di cinque strade tutte occupate? – e mi ha fatto vedere l’immagine dell’incrocio. Io rifletto un po’ sulla cosa. Vaglio le varie opzioni e alla fine decido…
  • Lascio le chiavi nella macchina e me ne vado, sperando che gli altri si muovano e casomai mi spostino pure la macchina.
I momenti più spassosi con papà sono quelli in cui è alle prese con la tecnologia.
Un giorno abbiamo deciso di comprare un telefono cordless. Ci saremmo dovuti rendere subito conto dell’errore che stavamo facendo. Se prima non si rispondeva a telefono perché non si voleva rispondere, da quel momento non abbiamo più risposto perché era impossibile trovare il telefono. Papà questo lo aveva predetto, ma come al solito non lo abbiamo ascoltato. Poverino, sembra Cassandra. Il risultato è stato che per quasi un mese ha continuato a dire “ve lo avevo detto!”.
Una sera squilla il telefono e sul tavolino della cucina papà con suo grande stupore, senza dover fare una caccia al tesoro, trova proprio il cordless.
  • Pronto! Pronto! – continuava a gridare papà, quando ha visto mia sorella prendere una cosa sul tavolo.
  • Pronto! Chi cercate? – dice Anna.
A questo punto mio padre perplesso chiede a mamma:
§  Lucì, ma con chi sta parlando Anna?
§  Sta parlando al telefono Luciano.
§  E io con che sto parlando allora?
§  Con il telecomando.
La prima volta che siamo andati a mangiare tutti insieme a casa del mio fidanzato non la dimenticherò mai. Siccome era la prima volta che papà andava in costiera, abbiamo deciso di usare il tom tom per le indicazioni stradali. All’andata nessun problema, anche perché a dirigere gli spostamenti oltre al tom tom era anche mamma. Al ritorno la situazione si è complicata. Mamma si è addormentata. Io come al solito dormivo, ma a metà strada mi sono svegliata. Papà era ormai convinto di viaggiare in piena solitudine quando il tom tom parla:
  • per la tangenziale girare a destra!
  • Si lo so ma Lucia ha detto che non devo prendere la tangenziale. – risponde papà.
A quel punto io mi incuriosisco.
§  per la tangenziale girare a destra! – ripete il tom tom.
§  ho capito ma Lucia ha detto che non devo andare di là. –  risponde nuovamente papà. E alla fine dice… vabbuò facciamo come dici tu.
Io stavo morendo dalle risate e gli ho detto:
§  papà vedi che il tom tom non parla con te!
Dopo un poco mamma si è svegliata e quando si è accorta che papà non aveva preso la strada che diceva lei gli ha fatto una partaccia e papà continuava a dire sottovoce:
§  Io glie lo avevo detto a quel coso che non dovevamo pigliare la tangenziale.

Appendice
Beh due paroline ci vogliono anche sul mio papà che è il mio mito. Pur essendo un ansioso cronico è riuscito nella sua vita a resistere a qualsiasi colpo la sfortuna gli abbia inflitto, ultimo di tutti la morte di mamma. Ha sempre resistito con una grande forza e dignità a cose per le quali la metà delle persone avrebbero gettato la spugna. E' piccoletto di fisico ma ha una pellaccia da paura. E' uno dei miei eroi e modelli da seguire. Vorrei un giorno avere la forza di resistere ai colpi della vita come ha fatto lui, senza mollare mai nonostante tutto!

1 commento:

  1. vorrei tanto leggere il libro che esiste...e magari forse se scritto da te sono convinta mi appassionerò anche alla storia di Roma. Quanto ho riso.....

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