23 mag 2012

Parte 11: Il club della Manella!


A dare man forte a mio padre c’è il famigerato Club della Manella. Il club qualche anno fa ha perso uno dei membri fondatori, non che casinista numero uno. Il mitico Alfonso Follera, meglio conosciuto come Fofò. Artista di tutto rispetto e grande lavoratore. Ogni volta che pranzavamo tutti insieme organizzava scenette mitiche, oppure, lo ricordo molto bene, creava delle vere e proprie opere d’arte dal nulla. Una sera in un locale si è fatto dare un piatto, una candela e uno stuzzicadenti. Con il fumo ha annerito il piatto e poi con lo stuzzicadenti ha creato delle figure molto allungate, simili all’Urlo di Munch.
Una volta in un ristorante di Pozzuoli, d’accordo con il proprietario che era suo amico, si è mascherato da barbone ed è entrato creando lo scompiglio tra i clienti.
Quella sua vena artistica lo ha sempre spinto a guardare oltre. Era l’unico a considerarmi un archeologo di professione già al primo anno di università. Un giorno si è presentato a casa con un orecchio di terracotta per chiedermi una consulenza. Mi ha fatta sentire tanto importante, una professionista.
Altro membro onorario del Club è Vincenzo Smirne, anche detto anema corta (Ha cominciato lui! Mi chiamava sempre Anema longa perché sono alta e così io lo chiamo Anema corta). Lui è quello che solitamente da il via ai tormentoni, che poi hanno una durata interminabile. Non per altro si chiamano tormentoni.
Una sera siamo andati tutti a cena fuori, e tutti significa almeno 25 di noi se non di più, poi siamo andati a prendere un gelato ma invece di scendere tutti insieme siamo scesi a gruppi di tre o quattro dalle macchine. Mano a mano che entravamo nel locale salutavamo quelli che erano già dentro come se non ci vedessimo da anni. Un cliente del bar, non avendo capito che stavamo facendo i coglioni, ha detto:
  • Ma tu guarda che fortuna vi siete incontrati dopo tanto tempo tutti quanti qui stasera. Mamma mia che cosa strana!
Il Club della Manella ha anche un inno ufficiale: Io Vagabondo dei Nomadi.
I momenti in cui il Club della Manella dà il suo  meglio è a tavola. Pasquetta, 1° Maggio, 25 Aprile, sono tutti pretesti per mangiare e divertirsi. Il 25 aprile 2009 ci siamo dati alla guerra con l’acqua. Ognuno usava la sua arma: bottiglie, secchi, bicchieri … mia madre ovviamente doveva esagerare. All’improvviso non l’ho vista più e conoscendola ho capito che stava armeggiando qualcosa e così sono andata a nascondermi. Dopo neanche 5 minuti ecco che cade l’acqua dall’alto … mamma era salita sulla terrazza e si era armata di pompa. Siccome il muretto del terrazzo è alto lei non riusciva a vedere chi c’era sotto e all’improvviso ha gridato:
  • Quanti ne ho presi?
E io laconica:
  • Mamma hai sparato sulla croce rossa … hai preso solo nonna.
Il nome Manella non si ricordano più neanche come sia nato. Certo è che si tratta di un gruppo di persone tutto speciale. Durante la mania superenalotto, quando il jackpot era arrivato a 150 milioni di euro, avevano deciso di giocare un sistema tutti insieme.
Dopo poco hanno cominciato a fantasticare su cosa avrebbero potuto fare con quei soldi.
Proposito principale…comprare tutti una Ferrari, ma di colori diversi, altrimenti si rischia di dare nell’occhio.
Meno male che anche questa mania è passata.

2 commenti:

  1. Simpatico questo club. Mi piace da morire la filosofia di Alfonso Follera. Si dovrebbe riempire il mondo di persone così.

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  2. Eh si grande uomo. Molto simile a Troisi sia nel modo di fare che come aspetto fisico. Sempre allegro, agitato e pieno di idee. Un mito!

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