Su quel grande
cortile si affacciano due piani di stanze e stanzette. Le camere sono tutte in
fila, una accanto all’altra, onde per cui se devi andare al bagno ti tocca
uscire fuori o passare dalla camera da letto di qualcun’altro. Potete immaginare
in inverno la notte cosa significa.
La casa
oltretutto è caratterizzata da un tasso di umidità che neanche nella foresta
pluviale è mai stato registrato.
Al primo piano
ci sono le camere di mia nonna, mio nonno, delle mie zie, che in realtà sono la sorella
di mia nonna e sua cognata, ma io le ho sempre chiamate zie, e la famosa “loggia”, la terrazza.
Al secondo piano
una volta ci abitavo con la mia famiglia, ora ci sono degli inquilini nuovi.
Questa casa, che
è stata il mio nido per tutta l’infanzia, una volta però ha rischiato seriamente di
essere distrutta.
Eravamo a cena
fuori con i miei genitori e i loro amici quando squilla il telefonino di un
amico di mio padre:, i nostri ovviamente non prendevano. Comunque, comunicazione d’ufficio: sta bruciando la casa di nonna.
Ovviamente siamo corsi tutti a prendere le macchine per andare a vedere qual
era la situazione. Arrivati nei pressi della casa assistiamo a una scena
apocalittica: una fiammata tanto alta da superare tutti e due i piani nella
parte centrale, quella del cortile; il tutto
seguito da un boato.
La scena era
tragicomica, sembrava il finale del film
Zorba il greco, quando Anthony Queen grida “hai visto mister? Che magnifico
disastro!”.
Il vicolo era
pieno di gente e i pompieri erano già all’opera.
Ricostruiamo i
fatti. Un fornello lasciato accidentalmente acceso nel cortile ha provocato una
scintilla che è finita su un cumulo di cianfrusaglie e legna ammassate lì. Mio
nonno si accorge dell’incendio e tenta, alla veneranda età di ottant’anni, di
portare fuori le due macchine che erano parcheggiate all’interno. Il tutto
avviene con l’aiuto della mia giovanissima zia settantacinquenne. Purtroppo
Schumacher e Barrichello sono riusciti a salvare solo una macchina; l’altra,
quella di zia è letteralmente esplosa. Guarda caso è stata distrutta proprio
quella delle due che sarebbe dovuta diventare a breve la mia macchina. Di lì a
poco avrei compiuto diciotto anni e mia zia, come promesso, me l’avrebbe
regalata.
Quando si dice
la fortuna.
Mentre i
pompieri sono al lavoro e noi continuiamo a osservare parte della casa che va a
fuoco, ci ricordiamo drammaticamente che mia nonna era andata a fare una gita a
Pompei con delle sue amiche. Bisognava assolutamente avvisarla. Se solo fosse
arrivata davanti casa senza sapere che stavano tutti bene e che la situazione
era sotto controllo, avrebbe rischiato un infarto. Niente da fare. Troppo
tardi. Quando siamo usciti in strada per telefonare, l’abbiamo trovata davanti
casa con il volto atterrito.
Una volta spento
il fuoco, la situazione è diventata sempre più assurda. Cominciano i
sopralluoghi per rilevare l’entità dei danni e la stabilità della casa. Entrati
nell’appartamento di mia zia, i pompieri trovano una specie di deposito di libri,
vestiti, souvenir, ma soprattutto polvere, tanta polvere, una specie di
materasso sotto il materasso. Uno dei pompieri ha ringraziato Dio che
l’incendio non avesse interessato quell’area. Diciamo che l’espressione esatta
è stata:
Che dire interessante racconto una descrizione simpatica sebbene c'era da piangere per l'incendio. Aspetto ovviamente la prossima.
RispondiEliminaMa per fortuna non ha fatto gossi danni, tutti stavano bene e come al solito l'abbiamo presa a ridere :)
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