24 apr 2013

Non ti curar di lor ma guarda e passa.... e se invece sorridessimo?

Oggi riflettevo su una delle frasi più note della Divina Commedia: "non ti curar di lor ma guarda e passa"; continuava a tornarmi alla mente in relazione a diversi problemi che rischiano di portare le mie coronarie a un prematuro collasso. Ho sempre vissuto nella pia illusione che crescendo le persone maturassero, invece sto scoprendo che c'è più correttezza in una bella litigata tra bambini, che molto onestamente ed egoisticamente si contendono un giocattolo, che tra persone adulte che discutono. Tutti tentano di fare la cosa giusta, di sembrare corretti ed educati, di far venire fuori ciò che gli altri vogliono da loro e alla fine? Alla fine ti ritrovi di fronte due persone che vorrebbero mandarsi a quel paese e non lo fanno per etichetta o per non voler sembrare quello che la società non vuole che siano. Eh si lo so è contorta come cosa eppure lo facciamo tutti noi adulti, nessuno escluso, con serie ripercussioni sul nostro stato d'animo. Pensateci, se un amico, un parente, un collega ci fa incazzare noi cosa facciamo? A meno che non siamo sull'orlo di un esaurimento nervoso diciamo raramente la verità, la maggior parte delle volte tentiamo di appianare le cose per cosiddetto "quieto vivere". Ma poi viviamo davvero "quieti"? Credo proprio di no. La soluzione migliore, in alternativa al dire la verità, soprattutto se questa comporta un soggiorno anche temporaneo a Poggioreale, potrebbe essere semplicemente ignorare il soggetto o la situazione che ci irrita? Non curarci di loro e passare oltre? Non credo si risolva il problema così. Sarebbe come scegliere la parte peggiore dei bambini e anziché imitarli nel discutere e difendere le nostre idee con onestà, un pò di sano egoismo e senza nessun buonismo,  mettere la testa nel secchio e fare finta che siccome noi non vediamo il problema quello non esiste. Altra soluzione sarebbe mollare e battere in ritirata ma non sempre è fattibile, come nel caso di un diverbio con il proprio capo o con i propri genitori. Non ci si può licenziare o andarsene di casa ogni volta che si litiga. E allora che si fa? E allora si fa l'unica cosa gratis a questo mondo, l'unica cosa che facendola provoca piacere al corpo di chi la fa, che fa dimagrire e che nessuno ti può togliere... sorridere. Si dice che sorridendo alla vita prima o poi lei ti sorriderà di rimando. Non so se è vero, ma ci sono situazioni in cui non si può fare niente, situazioni in cui siamo in balia degli altri e non possiamo scappare possiamo solo sorridere. Sembra molto semplicistica come soluzione eppure è l'unica possibile. Se ci accadono cose brutte ci rendiamo conto di averle superate la prima volta che ricominciamo a sorridere. Il sorriso è l'unica cosa che dimostra che non siamo stati schiacciati da un evento, una persona, un sentimento, è l'unica cosa che dimostra che abbiamo superato la tempesta, come se fosse un arcobaleno. Quando non si sorride più vuol dire che la vita e tutto ciò che la caratterizza ha preso il sopravvento e io finché posso, finché la vita non mi riserva una batosta di quelle distruttive intendo continuare a sorridere. 

18 apr 2013

Tutto il mondo è paese!

Leggete questa lettera e vi renderete conto che non solo tutto il mondo è paese ma che alcune cose non cambiano mai neanche con il passare dei secoli....
"Non mi sono lagnato mai tanto delle mie occupazioni, che non mi permisero di accompagnarti in Campania quando vi andavi per motivi di salute, o di seguirti appena andata. Infatti, specialmente adesso io desideravo di essere con te per vedere con i miei occhi ciò che hai acquistato in carne e forze, e se ti avvali, senza tuo pregiudizio, dei piaceri della solitudine e della fertilità del paese. Io certo vivrei in affannoso desiderio di te anche se fossi sana; poiché è un incertezza e un affanno quel non aver talvolta notizia di chi si ama svisceratamente. Ora il doppio motivo della tua assenza e della tua infermità mi agita in vari modi. Temo di tutto, tutto immagino; e come è proprio di chi teme, ciò che più mi spaventa è ciò appunto che più mi immagino. Tanto più dunque ti prego di calmare la mia inquietudine con una o due lettere al giorno. Poiché io mi tranquillizzerò leggendo e tornerò a temere non appena avrò letto. Addio"
Questa lettera è stata scritta da Plinio il Giovane a sua moglie e quando ho finito di leggerla ho pensato subito a quando dico al mio fidanzato "Agostì quando arrivi fammi uno squillo!".
Decisamente certe ansie e certi sentimenti non hanno epoche né confini e ci dimostrano come siamo più simili ai nostri avi di quanto non siamo diversi. Alla fine le diversità caratterizzano ambiti come moda, abitudini di vita, conoscenze scientifiche... ma per quanto riguarda la vasta gamma dei sentimenti e delle pulsioni non è cambiato poi molto. C'erano allora donne forti e ribelli come pure quelle disposte a sopportare tutto per la persona che amano; uomini gelosi fino alla follia e altri capaci di amare con una dolcezza senza confini. All'epoca attendere per giorni una lettera era un'agonia... ma del resto lo è anche oggi attendere pochi minuti o poche ore l'arrivo di un sms, perché tanto per il cuore la misura del tempo è sempre la stessa... un'eternità.