25 gen 2013

Votare o non votare questo è il problema!

Il mio problema non è decidere chi votare, ma quello che accadrà dopo il voto. Manterranno le promesse fatte? Ci sarà una maggioranza tale da poter fare qualcosa? Ci sarà qualcuno tanto coraggiosa da prendersi le responsabilità di ciò che fa senza fare lo scaricabarile solito? No e li devo pure pagare. Tutti i candidati si sono già espressi in merito ai tagli alla politica e si sono espressi una schifezza ora che senso ha rimettere quella gente lì se già partiamo con il piede sbagliato? Con tutti il rispetto per i grillini che almeno hanno dato prova pratica di quello che dicono ma come si fa a votare per Grillo? Ha poche chances di prendere la maggioranza e quindi....E quindi sono sempre gli stessi. Gli stessi che mi dicono che c'è crisi anche se loro non sanno neanche dove sta di casa sta crisi. Io non riesco a credere che la crisi sia colpa di Berlusconi, di Monti o di altre persone singole. Tutto sto casino può essere frutto solo di anni di frodi e soprattutto di anni di omertà da parte nostra. Siamo tutti buoni a lamentarci dopo ma nessuno fa niente per cambiare le regole del gioco prima. Dice, quello Fiorito si è mangiato tutti quei soldi... si ma vedete che per dirla alla napoletana non lo ha fatto zitto zitto, lo ha fatto con la connivenza di molte persone che ora si lamentano. Vogliamo veramente cambiare le cose? Beh smettiamola di farci abbabbiare sempre. Informiamoci, prendiamoci le nostre responsabilità e non aspettiamo che siano gli altri a prendere in mano le redini della nostra vita anche perché se succede questo saranno loro poi a guidare nel carro e se finiamo giù da un dirupo non è solo colpa dell'auriga incapace ma anche di chi lo ha messo alla guida.

18 gen 2013

Ma dove lavora lei?... bella domanda!

L'altra sera ho presentato il mio libro per la seconda volta e al termine del mio monologo una signora molto garbatamente mi fa "dott.ssa ma lei dove lavora?" e io "bella domanda!".
Dopo un'attimo di incertezza ho chiarito la mia laconica risposta alla signora dicendole che lavoro in cielo, in terra e in ogni luogo, cioè in sintesi dove capita e quando ce n'è.
Non è un buon momento questo per chi ha scelto di fare della cultura il proprio mestiere. A quanto pare non interessa a nessuno imparare e sono tutti convinti che il prodotto cultura non serva a niente e non produca niente. Questo perché così è stato finora. Bisognerebbe invece far capire a tutti che la cultura porta profitti. Come? Semplice se sapete contare e scrivere decentemente la possibilità di essere fregati si riduce al minimo e se proprio non c'è stato un profitto almeno avete evitato la perdita.
Il mio libro però mi sta dando belle soddisfazioni, quanto meno mi sono tornati utili i 7 anni passati all'università che quindi non sono andati completamente persi. Solo che non mi sono resa conto di aver peggiorato la mia situazione di disoccupata. Perché? Ma come non lo sapete che con due lauree e un libro nessuno vi prende a lavorare? Al momento le figure professionali più ricercate sono i decerebrati, le zoccole e gli ignoranti. Io per ovvie doti intellettuali e carenze fisiche non riesco a rientrare in nessuna delle tre categorie.
Dice ... ma come è possibile? E' possibile eccome in un paese dove per fare il ministro non ti chiedono dei requisisti base come conoscenza della materia, conoscenza dell'inglese e cose simili, basta avere solo conoscenze... ma di altro genere. E' possibile in un paese in cui tutti continuano a condannare gli sprechi e poi se ne fanno di certe allucinanti. E' possibile in un paese che da 10.000 e passa euro di stipendio a delle persone e poi per agevolarle gli da pure casa al centro di Roma, visite specialistiche gratuite, biglietti per i mezzi pagati. Una domanda così a bruciapelo.... ma che cazzo ci fate con tutti quei soldi che guadagnate ogni mese se non pagate niente? In che modo fate girare l'economia del paese? Per ora quello che gira sono le palle che stanno per sconfiggere la forza centripeta.
Allora ti dicono... il lavoro te lo devi inventare. Uh e se sapevo che bastava giocare di fantasia chi cazzo studiava per tutto quel tempo. Senza contare le spese per studiare.
Dice... stai incazzata? Perché non si vede?

5 gen 2013

Razzismo o crisi di inferiorità?

Ho appena cominciato a leggere "la banalità del male" di Hannah Arendt... si lo so è pesantuccio ma i libri non possono e non devono essere solo fonte di svago ma soprattutto di cultura. Dalla lettura del libro sono passata ad alcune analisi psicologiche realizzate sui profili dei dittatori della storia e dei personaggi più discussi di essa e sapete cos'è venuto fuori? Si tratta quasi sempre di persone considerate socialmente, fisicamente (vedi statura ridotta) o mentalmente inferiori. Chi è che li considera così? Loro stessi. Molti di quelli che sentono il bisogno di prevalere sugli altri lo fanno per un senso di rivalsa che si riesce a ottenere solo con il terrore o con le armi. Eichmann, uno dei più famosi sostenitori di Hitler e fautori della soluzione finale era fondamentalmente un fallito, che si fregiava del titolo di ingegnere pur non avendo mai finito neanche le scuole superiori e che ha trovato nella divisa un mezzo di rivalsa che la sua incapacità non gli avrebbe mai permesso di ottenere.
Che c'entra tutto questo con il razzismo? Semplicissimo, anche i razzisti soffrono di crisi di inferiorità. Ebbene si. Perché se una persona pensa che un altro può intralciarlo, togliergli qualcosa, minare in qualche modo alla sua vita solo perchè ha un colore della pelle diverso o professa un'altra religione, beh deve soffrire sicuramente di crisi di inferiorità. Come fa ad ovviare a questo problema? Eichmann si era attribuito il titolo di ingegnere e loro invece incolpano gli altri del loro fallimento.
Facciamo degli esempi banali. Non trovo lavoro? E' colpa di questi stupidi etracomunitari. La società va a rotoli? E quello succede perchè ormai si sono persi i valori cristiani. Si ammazza una donna? E' colpa sua che mi ha provocato e non mia che ho un cervello grosso quanto una nocciolina che non mi permette di accettare le sconfitte.
In sintesi ne viene fuori che le persone sicure di se e che non sentono l'esigenza di dover dominare gli altri, dimostrare qualcosa agli altri sono ben poche e da definirsi "normali"... gli altri sfogano le loro frustrazioni come possono, solo che in alcuni casi il rischio è che si facciano milioni di morti...