31 dic 2013

Resoconto 2013...

Facciamo un resoconto del 2013 alla Bridget Jones...
Anni trascorsi... 29 (e ho detto tutto!)
Lavoro trovato... zero (a fronte di 10.000 e rotti curricula inviati)
chili presi... 13 (nun è colpa mia)
terremoti... uno (che basta e avanza per quanto mi riguarda)
soldi rubati sulla postapay ... 95 euro (ata fa e man comm e pier)
Palle dell'albero di natale rotte in fase di allestimento... due (Mallozzi ne sai qualcosa pure tu!)
IV strufolo day... saltato (cause di forza maggiore)
Fidanzato... sempre lo stesso (ha già scontato una pena di 8 anni, speriamo che si tratti di ergastolo)
amici persi e ritrovati... uno (con immenso piacere)
vacanze perse e mai più ritrovate... una (mannaggia a mort)
Papi... due (come se non ne bastava uno solo)
libri work in progress... uno (modello Bibbia o Enciclopedia Treccani)
esame scritto per abilitazione a guida turistica... superato (per l'orale sap sul a Maronn quando si farà)
figli in arrivo... uno (ca Maronn c'a mann bon)
Tutto sommato me iut bon!
All'anno prossimo...


30 set 2013

Sei proprio cattivo!

Per me che sono un'iraconda nata la storia di Elliott Prior è stata una vera lezione.
Quando qualcuno commette un'ingiustizia o mi fa del male gratuitamente, io subito mi arrabbio e comincio a pensare tutte le parolacce del mondo che potrei dire a quella persona per evitare di prenderla a sprangate e finire a Poggioreale.
Eppure un bimbo di quattro anni, tenuto prigioniero da dei terroristi in un centro commerciale in Kenya, quindi in una situazione ben più seria di tutte quelle in cui mi sono mai trovata io, ha trovato la soluzione più semplice del mondo... dire a uno dei terroristi una cosa che dovrebbe far vergognare chiunque... "lo sai che sei davvero cattivo!".
Siamo talmente abituati a usare parolacce nel nostro gergo attuale che quasi dimentichiamo che nel linguaggio comune esistono dei termini il cui significato dovrebbe far vergognare chiunque.
Cattivo viene dal latino captivus cioè prigioniero. Prigioniero della malvagità. Inoltre questo termine è sinonimi di riprovevole, spregevole, biasimevole, ignobile, indegno e molti altri termini pessimi che però ormai sembrano non scalfire nessuno. Ora ci offendiamo di più se qualcuno ci dà del "ricchione", termine che in fin dei conti definisce solo una preferenza sessuale, che non se qualcuno ci definisce molto semplicemente cattivi. E' vero il linguaggio si evolve ma la gente resta sempre la stessa, dà più importanza all'apparenza che alla sostanza, dà più importanza a una parolaccia che fa "apparire" diversi, che non a una parola che rivela una vera e propria meschinità d'animo.
Per assurdo il terrorista ci è rimasto male quando il bimbo gli ha detto quella cosa e si è scusato con lui. Se vado ora a dare del cattivo a certe persone che so io, quelle mi ridono pure in faccia, come se gli avessi fatto il solletico, senza rendersi conto di quanto disprezzo c'è in una singola e piccola parola. Pensare che un terrorista si è sentito colpito da quell'offesa e certe persone, ritenute normali, civili o altre cose simili, se ne sbattono altamente, mi fa capire con che razza di gentaglia ho a che fare tutti i giorni...

17 set 2013

La gravidanza secondo Sara...

Ovviamente una volta cominciata la gravidanza diventa spontaneo leggere libri, articoli e vedere video relativi a questa nuova avventura in corso, ma soprattutto ti ritrovi a parlare con una marea di gente che ha sempre un'opinione da darti... anche quando non richiesta.
Stando ai più, quando sei incinta non devi camminare, non devi andare a mare, non devi guidare, non devi andare in palestra, non devi essere depressa... l'unica cosa che puoi fare è arenarti, modello balenottera, su un divano e mangiare come un porco, con quel povero malcapitato del padre del nascituro che diventa una specie si servo della gleba.
A questo punto vorrei far un attimo riflettere tutti i pazzi esauriti con i quali ho a che fare ogni giorno.
Punto primo, secondo voi è logico, che io debba mangiare per due quando io peso 60 kg e quel povero disgraziato nel mio utero solo 600 g?
Come posso fare a non deprimermi se passo la giornata a guardare la tv, tra Uomini e Donne, Pomeriggio 5 e telenovelas varie?
Come ci rientro nei miei pantaloni se il mio culo diventa una portaerei dato che non cammino mai?
Come faccio a far uscire un bambino grosso come un melone da un buco grande quanto un uovo se i miei muscoli si sono atrofizzati sul divano?
Ma soprattutto come faccio a stare tranquilla se non la smettete di dirmi cosa devo fare? Che cazzo lo tengo a fare il ginecologo?
Ma il meglio viene quando, dopo che ti hanno fracassato le "scatole"e tu cominci a rispondere come un animale, la gente alle tue spalle, convinta di non essere udita dice: "poverina... sta nervosa perché è incinta!".
Azz 'over? Pensa che quando io e la mia panza stiamo da sole la calma regna sovrana.... arrivate voi e mi sale la pressione a palla. Non vi dico poi quando ti toccano il pancione. La palpatina mi sta pure bene, si usa e va beh, ma c'è certa gente che è capace di tenere la mano lì per tutta la durata della conversazione e intanto io nella mia testa sento una voce alquanto rude che pensa: "a vuò levà chella cazz e man si o no?".
Bei tempi quelli in cui la gente mentre parlava con me mi guardava negli occhi, in mancanza di tette decenti. Ora le tette ce le ho più che decenti ma tutti guardano la panza. E che vuoi fare, sono gli scherzi della vita. Tra gli altri consigli che mi hanno dato c'è quello di non fare troppo l'ironica quando parlo con il nascituro, ma di essere dolce e gentile. Ma non è meglio che sto bambino lo capisce subito in che casa è finito? Almeno si rassegna alla nefasta sorte che gli è toccata.
La gravidanza non è un male invalidante nè una malattia allo stadio terminale... è una fase della vita di una donna che andrebbe vissuta con serenità, ma soprattutto con immensa felicità.
Ecco perchè ho deciso di portare Luigi a passeggio già da ora che è al chiuso e pesa 600 g; di fargli fare due esercizi in palestra; di fargli tenere una lezione al Gruppo Archeologico; di fargli sistemare la biblioteca e di fargli scrivere un libro. Il tutto in compagnia della mia voce mascolina e di quella di suo padre, che continua a scherzare con me, a farmi le coccole e a bestemmiare contro la sua tesi di laurea...

2 ago 2013

Come farò a essere una buona mamma?

E' una domanda che mi ossessiona da quel 6 maggio in cui ho scoperto di essere incinta. Mi ha messa in croce questa paura e poi, mettendo in ordine la mia agenda ho trovato un foglietto che tenevo piegato tra le ultime pagine...
Quando sono partita per fare l'erasmus ad Atene ero iper eccitata immaginando le grandi avventure che avrei vissuto. Diciamo però che l'entusiasmo si è un pò spento quando la prima sera mi sono ritrovata a dormire in un ostello con altre tre persone che non conoscevo, che cambiavano continuamente nell'arco di poche ore, con i bagagli sotto la testa per non farmi rubare niente e capace solo di parlare un inglese da sopravvivenza. Mi è preso uno sconforto tale che mi sono messa a piangere. Dopo un pò per calmarmi sono andata a fare una doccia e rientrata in camera ho aperto l'altra valigia che avevo con me per prendere il pigiama. Ma appena aperta la borsa trovo sopra tutte le mie cose una busta da lettera con dietro scritto... per la mia Campanellino. Ho capito subito che ce l'aveva messa mia madre e così l'ho aperta...
Leggerai questa lettera quando finalmente stasera avrai trovato un letto e un tetto e così, quando sarebbe il momento di rilassarsi e ti piacerebbe parlare con me o meglio buttarti nel lettone al mio fianco e invece proverai quel momento di solitudine e malinconia che potrebbe esserci, potrai avere la sensazione che io sia lì a scipparti dalle ginocchia il mio cuscino e mettere nel videoregistratore una cassetta che non comincerò neppure a vedere.
Sono là e quando già dormi ti farò una carezza sui capelli.
In un momento come questo ti vengono in mente mille cose da dire, senza alcun ordine, soprattutto perché sto passando il tempo a impedire alle lacrimucce di uscire.
Non sono lacrime di tristezza, perché non si tratta di un momento triste, non sta avvenendo nessun guaio, grazie a Dio, ma è per la tenerezza, per la paura della solitudine, perché resto per un pò di tempo senza un'amica e una complice di tanti momento "diversi" e nello stesso momento provo tanta invidia per la tua avventura... Ma io non voglio farti piangere, voglio semplicemente che tu anche stasera senta il calore della nostra presenza e ti senta incoraggiata a vincere la tua sfida. 
Dormi serena ciotolina... Kalinikta agapi mu. 
Non ci vuole molto a essere una brava mamma... basta un foglio di carta e una penna!

10 lug 2013

Alla cortese attenzione del ministro della salute!

Con tutto il rispetto parlando vorrei poter dire un paio di cosette al nostro caro ministro della salute e non sapendo come comunicarle, lo faccio tramite il mio blog.
Caro ministro molto spesso le persone parlano senza conoscere la realtà dei fatti, ma che una cosa del genere venga da un ministro, il punto di riferimento di un cittadino in teoria, è di una gravità inaudita. Il sud viene molto spesso guardato con enorme pregiudizio per tutti i problemi che ha e la cosa più irritante è che molti si comportano quasi come se fosse responsabilità nostra questa situazione del cavolo.
Ebbene si è colpa degli esseri umani, ma di una piccola percentuale, che non ci mette niente a tenere sotto lo schiaffo la maggioranza, per il semplice fatto che quella "manica di fetenti" è armata e disposta a tutto, mentre il resto di noi è gente perbene che non farebbe del male neanche a una mosca.
Ora... ognuno di noi ha le sue responsabilità quando nel suo piccolo approfitta di questa situazione per giustificare le proprie mancanze, però attribuire tutto ciò che succede al singolo individuo mi sembra assurdo.
Io da napoletana adottiva e casertana di nascita, vorrei far notare una cosa. Avete una vaga idea di come sia difficile crescere ed essere una persona per bene in una zona dove si deve combattere con camorra, inquinamento naturale, corruzione e così via? Dopo tanti sacrifici sentirsi dire che ho perso mia madre per uno "stile di vita scorretto" mi sembra alquanto offensivo. Sicuramente mia madre era stressata e fumava molto, ma il signor ministro si è mai chiesto perché una persona prende a vivere così? Se si lavora da medico in un caravanserraglio come il Cardarelli e lo si vuole fare con professionalità è alquanto difficile tra tagli e stanchezza emotiva. Non è facile veder morire un proprio paziente dopo tanti sacrifici e a lungo andare il colpo si accusa. E' più semplice fare uno stile di vita sano se si può andare a lavoro quando e come si vuole, se si possiede uno stipendio di 15.000 e passa euro al mese con l'assicurazione di una pensione d'oro. E' più facile fare uno stile di vita sano se si possiede l'autista che ci porta in giro e non si deve combattere con il traffico cittadino o se si è consapevoli di poter ricorrere alle migliori cure, anche private se necessario, quando ci si ammala. Finora non ho mai visto una delle persone che ci governano stressate perché prese dal loro lavoro e dalla volontà di salvare quelli per cui lavorano.
Molte persone fanno una vita di merda non per scelta ma per necessità. Se non si mangiano cibi sani o non si fa una dieta equilibrata a volte è perché uno non può permetterselo. Come non ha tempo e soldi per andare in palestra o a fare una passeggiata.
Oltre al danno poi c'è anche la beffa. C'è gente che ha uno stile di vita sano, mangia bene, non fuma, fa sport e poi viene chiamato dopo un controllo e si sente dire che non riuscirà a diventare nonna, mamma, moglie o qualsiasi altra cosa voglia essere perché la terra in cui vive è stata avvelenata.
Lo stato dà sempre la colpa a noi ma fatemi capire, chi deve controllare e chi è armato come i camorristi e quindi potrebbe tenergli testa dov'è? Chi fa le leggi dov'è? Si sa che Scampia è una piazza di spaccio a cielo aperto ad esempio... perché non la si considera per qualche tempo come zona di guerra e si mandano i carri armati? Oppure ci potete mandare quei famosi F35 di cui si parla tanto e che non serviranno a niente. C'è tanta gente perbene in divisa e non che vorrebbe poter fare qualcosa ma non ha le possibilità di farlo se è isolata. Non possiamo fare tutto noi da soli. Io da buona cittadina, persona onesta, contribuente onesta e costante e non chiedo... pretendo rispetto dalle autorità, pretendo servizi degni delle tasse che pago e pretendo competenza e non superficialità dalle persone che vengono pagate con i miei soldi per fare il loro mestiere, a partire dallo spazzino per finire al presidente della repubblica.
Voglio poter vivere senza il terrore di morire a cinquant'anni, senza aver portato a termine la mia vita come si deve per poi sentirmi dire pure che è colpa mia.

29 giu 2013

quel terremoto di mia nonna!

Se fosse stata ancora viva mia nonna oggi avrebbe compiuto 82 anni. Una nonna sui generis tanto che quando è morta e una signora nel farmi le condoglianze mi ha detto "signorina sua nonna era una donnina così gentile e dolce!" ho pensato che avesse sbagliato funerale. Mia nonna, al secolo Maria Vienna Capizzi, era una donna particolare, dura, ma forse perché dura era stata la guerra che aveva caratterizzato la sua adolescenza. Non accettando che in quanto femminuccia non le venisse data la possibilità di uscire perché in paese c'erano i tedeschi che potevano farle del male, si bruciò i capelli e si vestì da maschio per essere libera di fare quello che le andava. Ai fratelli maggiori che la prendevano continuamente in giro, dopo un rastrellamento dei tedeschi ha tolto la scala per uscire dal nascondiglio, lasciandoli a meditare, per non dire a urlare, per qualche oretta. Una donna ribelle che all'improvviso ha deciso di sposare una carabiniere... un controsenso in essere che ha dato vita a delle scintille che solo figli e nipoti hanno avuto l'onore di vedere. Mia nonna mi ha fatto provare l'ebrezza di un'educazione vecchio stampo, a suon di ciabattate e di piatti conservati finché io, rassegnata, non decidevo finalmente di mangiare; un'infanzia però anche all'insegna di tradizioni come quella dei pomodori, delle salsicce e delle pastiere fatte in casa.
Una donna che, nonostante le avessi fatto l'affronto peggiore che potessi, essere un'atea convinta, dopo avermi ufficialmente scomunicata, mi ha continuato ad amare di immenso affetto fino all'ultimo momento.
Buon compleanno nonna.

19 giu 2013

Un nuovo medioevo...

I miei colleghi medievisti mi uccideranno per questo commento, ma da amante della romanità non posso non fare un paragone tra quello che succede ora e quello che accadde centinaia di anni fa, durante un secolo, per la precisione il III d.C., quando ebbe inizio un'altra grande crisi...
- allora i barbari, come venivano definiti a quel tempo (e come alcuni definiscono gli immigrati oggi), pressavano lungo il confine. Io non chiamo nessuno barbaro ma effettivamente l'arrembaggio di popoli stranieri sul territorio italiano è innegabile;
- i membri delle varie religioni erano in continua lotta tra loro;
- l'immondizia era diventata un problema serio e oggi stiamo facendo magnificamente il bis;
- al potere si alternavano imperatori sostenuti da comandanti stranieri (e qui mi fermo a buon intenditor poche parole) che poi hanno preso il sopravvento diventando loro stessi dei regnanti;
- il sistema burocratico inventato dai romani era diventato così complesso e lento da andare in tilt, esattamente come oggi;
- la corruzione regnava sovrana (ma va beh vi sfido a trovarmi un periodo in cui questo non accadeva);
- terremoti, cataclismi e una mini glaciazione hanno devastato la terra;
A questo punto mi sorge spontanea una domanda... dovremo aspettare altri mille anni per vedere anche lontanamente un qualcosa di simile al Rinascimento? Ma la storia non doveva essere maestra di vita e insegnare a non ripetere le cazzate del passato?
Forse mi sono persa ma davvero non capisco come si possa accettare così passivamente questo ritorno al passato. C'è di nuovo gente incazzata nera con gli stranieri, che vengono classificati tutti come malviventi e parassiti, il che è dovuto sia all'ignoranza dilagante sia al protezionismo di cui in alcune occasione queste persone usano e abusano e genera tensione. Non essere razzisti significa che siamo tutti uguali, quindi uguali diritti ma anche DOVERI per tutti. Abbiamo ripreso ad ucciderci per una religione, per un dio che ci dovrebbe dare un assurdo premio dopo la morte per esserci scannati tra di noi. Abbiamo ricominciato a credere che solo nell'al di là avremo la felicità, come se averla in vita fosse quasi peccato. Abbiamo smesso di considerarci una comunità per essere degli individui: "se a me va tutto bene sapessi che cazzo me ne fotte degli altri!", "il terremoto è stato in Emilia? Meno male che non c'è stato qui". Abbiamo di nuovo i baroni che fanno i porci comodi loro senza che nessuno possa minimamente tentare di fargliela pagare....
E se accelerassimo il processo e invece di passare per mille anni di medioevo facessimo un salto direttamente al rinascimento? Se rimettessimo l'essere umano al centro del nostro mondo anziché un dio astratto o il dio denaro che è ancora peggio?

24 apr 2013

Non ti curar di lor ma guarda e passa.... e se invece sorridessimo?

Oggi riflettevo su una delle frasi più note della Divina Commedia: "non ti curar di lor ma guarda e passa"; continuava a tornarmi alla mente in relazione a diversi problemi che rischiano di portare le mie coronarie a un prematuro collasso. Ho sempre vissuto nella pia illusione che crescendo le persone maturassero, invece sto scoprendo che c'è più correttezza in una bella litigata tra bambini, che molto onestamente ed egoisticamente si contendono un giocattolo, che tra persone adulte che discutono. Tutti tentano di fare la cosa giusta, di sembrare corretti ed educati, di far venire fuori ciò che gli altri vogliono da loro e alla fine? Alla fine ti ritrovi di fronte due persone che vorrebbero mandarsi a quel paese e non lo fanno per etichetta o per non voler sembrare quello che la società non vuole che siano. Eh si lo so è contorta come cosa eppure lo facciamo tutti noi adulti, nessuno escluso, con serie ripercussioni sul nostro stato d'animo. Pensateci, se un amico, un parente, un collega ci fa incazzare noi cosa facciamo? A meno che non siamo sull'orlo di un esaurimento nervoso diciamo raramente la verità, la maggior parte delle volte tentiamo di appianare le cose per cosiddetto "quieto vivere". Ma poi viviamo davvero "quieti"? Credo proprio di no. La soluzione migliore, in alternativa al dire la verità, soprattutto se questa comporta un soggiorno anche temporaneo a Poggioreale, potrebbe essere semplicemente ignorare il soggetto o la situazione che ci irrita? Non curarci di loro e passare oltre? Non credo si risolva il problema così. Sarebbe come scegliere la parte peggiore dei bambini e anziché imitarli nel discutere e difendere le nostre idee con onestà, un pò di sano egoismo e senza nessun buonismo,  mettere la testa nel secchio e fare finta che siccome noi non vediamo il problema quello non esiste. Altra soluzione sarebbe mollare e battere in ritirata ma non sempre è fattibile, come nel caso di un diverbio con il proprio capo o con i propri genitori. Non ci si può licenziare o andarsene di casa ogni volta che si litiga. E allora che si fa? E allora si fa l'unica cosa gratis a questo mondo, l'unica cosa che facendola provoca piacere al corpo di chi la fa, che fa dimagrire e che nessuno ti può togliere... sorridere. Si dice che sorridendo alla vita prima o poi lei ti sorriderà di rimando. Non so se è vero, ma ci sono situazioni in cui non si può fare niente, situazioni in cui siamo in balia degli altri e non possiamo scappare possiamo solo sorridere. Sembra molto semplicistica come soluzione eppure è l'unica possibile. Se ci accadono cose brutte ci rendiamo conto di averle superate la prima volta che ricominciamo a sorridere. Il sorriso è l'unica cosa che dimostra che non siamo stati schiacciati da un evento, una persona, un sentimento, è l'unica cosa che dimostra che abbiamo superato la tempesta, come se fosse un arcobaleno. Quando non si sorride più vuol dire che la vita e tutto ciò che la caratterizza ha preso il sopravvento e io finché posso, finché la vita non mi riserva una batosta di quelle distruttive intendo continuare a sorridere. 

18 apr 2013

Tutto il mondo è paese!

Leggete questa lettera e vi renderete conto che non solo tutto il mondo è paese ma che alcune cose non cambiano mai neanche con il passare dei secoli....
"Non mi sono lagnato mai tanto delle mie occupazioni, che non mi permisero di accompagnarti in Campania quando vi andavi per motivi di salute, o di seguirti appena andata. Infatti, specialmente adesso io desideravo di essere con te per vedere con i miei occhi ciò che hai acquistato in carne e forze, e se ti avvali, senza tuo pregiudizio, dei piaceri della solitudine e della fertilità del paese. Io certo vivrei in affannoso desiderio di te anche se fossi sana; poiché è un incertezza e un affanno quel non aver talvolta notizia di chi si ama svisceratamente. Ora il doppio motivo della tua assenza e della tua infermità mi agita in vari modi. Temo di tutto, tutto immagino; e come è proprio di chi teme, ciò che più mi spaventa è ciò appunto che più mi immagino. Tanto più dunque ti prego di calmare la mia inquietudine con una o due lettere al giorno. Poiché io mi tranquillizzerò leggendo e tornerò a temere non appena avrò letto. Addio"
Questa lettera è stata scritta da Plinio il Giovane a sua moglie e quando ho finito di leggerla ho pensato subito a quando dico al mio fidanzato "Agostì quando arrivi fammi uno squillo!".
Decisamente certe ansie e certi sentimenti non hanno epoche né confini e ci dimostrano come siamo più simili ai nostri avi di quanto non siamo diversi. Alla fine le diversità caratterizzano ambiti come moda, abitudini di vita, conoscenze scientifiche... ma per quanto riguarda la vasta gamma dei sentimenti e delle pulsioni non è cambiato poi molto. C'erano allora donne forti e ribelli come pure quelle disposte a sopportare tutto per la persona che amano; uomini gelosi fino alla follia e altri capaci di amare con una dolcezza senza confini. All'epoca attendere per giorni una lettera era un'agonia... ma del resto lo è anche oggi attendere pochi minuti o poche ore l'arrivo di un sms, perché tanto per il cuore la misura del tempo è sempre la stessa... un'eternità.

27 mar 2013

Proverbio indiano...

Prima di giudicare un uomo, cammina tre lune nelle sue scarpe... questo è quanto dice un proverbio indiano che mio padre, soprattutto negli ultimi tempi, mi ripete di continuo. 
Molti di noi sono giudici severi soprattutto verso gli altri e molto poco con se stessi. Ma siamo davvero sicuri di essere in grado di giudicare l'altrui operato? Abbiamo sempre tutti i dati in mano per farlo? Non è che spesso siamo un pò troppo frettolosi e superficiali?
Un grosso pregiudizio viene soprattutto dalle persone molto, a volte troppo, razionali nei confronti di problemi come stress e ansia. Questi vengono semplicemente bollati come "fissazioni" che secondo i più se non vengono controllate è per scarso impegno da parte del soggetto in questione. 
Essendo uno dei soggetti in questione vorrei fare delle precisazioni. Stress e ansia, provocati soprattutto dalla società attuale che ormai vede le persone come semplici consumatori o produttori, non più come esseri umani, possono rendere la vita di una persona un inferno. Non essendo io una stoica ma un'aspirante epicurea, non ho nessuna intenzione di continuare la guerra portata avanti per anni contro le mie paure e le mie ansie perché mi sono resa conto che la situazione peggiora soltanto. Ho deciso semplicemente di accettare che sono parte di me e di convivere con esse come se fossi un portatore sano di ansia. 
Ma sono anche una portatrice malsana di ira e ho avuto seri problemi di sopportazione verso chi mi giudica senza conoscermi. Ma alla fine anche lì mi sono arresa. In fin dei conti cosa me ne frega del giudizio di gente superficiale? Ci devo dividere il sonno? No. Quindi per dirla alla greca ... kanena provlima....nessun problema... a fanculo tutti. Tanto se sei buono ti tirano le pietre, se sei cattivo idem con patate, tanto vale che mi comporto in modo tale da poter tenere la testa alta davanti a quei pochi che stimo e soprattutto davanti a quella di cui temo di più il giudizio.... me stessa. La mattina quando mi guardo allo specchio vorrei evitare di pensare che sono diventata una chiavica di persona. 
Un vero saggio anziché camminare per tre lune nelle scarpe di un altro prima di giudicarlo, dovrebbe dire... le mie scarpe vanno più che bene, meglio evitare quelle altrui che potrebbero essere belle all'apparenza ma avere un buco nella suola o peggio, puzzare come non mai. Quindi se proprio dovete ergervi a giudici dell'umanità, almeno camminate qualche luna delle scarpe del povero malcapitato che avete deciso di massacrare dall'alto della vostra sapienza e poi, quando avrete i piedi pieni di vesciche e di calli, tornate dal povero disgraziato e chiedete scusa. 
Le scarpe più pericolose sono proprio quelle di chi si lamenta poco o niente dei suoi problemi, perché vuol dire che ce ne sono a bizzeffe e che per dignità, immensa dignità verso chi sta peggio, non si dice assolutamente niente.
A tutti i saggi del villaggio... cominciate a slacciare le scarpe!

19 mar 2013

A mio padre...

Tanti auguri a mio padre.... perché se non esistesse bisognerebbe inventarlo;
tanti auguri a mio padre... perché a 29 anni suonati mi chiama ancora "Sarina mia";
Tanti auguri a mio padre... perché sta sempre tutto incazzato perché quelli della WESTFAB gli rompono le scatole al telefono con le promozioni;
Tanti auguri a mio padre... perché è uno dei medici più umani e bravi al mondo;
Tanti auguri a mio padre... perché è capace di rispondere al telefono usando il telecomando della tv;
Tanti auguri a mio padre... perché è un bravissimo presepista;
Tanti auguri a mio padre... perché a casa mia lui cucina (e sporca tutto) e io lavo;
Tanti auguri a mio padre... perché nonostante i duri colpi della vita ha dimostrato di vendere cara la pelle;
Tanti auguri a mio padre... perché quando ti chiama sembra Lello Arena con Troisi "Gaetà, Gaetano, Gaetà, Gaetanooooooooo" (da qui il nome del cane);
Tanti auguri a mio padre... perché mi chiede con tre giorni di anticipo cosa voglio mangiare domenica a pranzo;
Tanti auguri a mio padre... perché mi mantiene ancora a 29 anni eppure continua ad essere fiero di me;
Tanti auguri a mio padre... perché da lui ho ereditato il naso importate e una sinusite cronica da paura;
Tanti auguri a mio padre... perché quando mi dice con aria candida "Sarina ti posso chiedere un favore?" poi comincia con un elenco interminabile di cose da fare e alla fine quando mi chiede "Hai capito?" io altrettanto candidamente rispondo "No papà mi sono fermata alla terza della lista!";
Tanti auguri a mio padre... perché nei momenti difficili in cui sono al massimo dell'ira mi riesce a calmare;
Tanti auguri a mio padre... perché quando giochiamo a scopa è sempre onesto... non mi lascia vincere mai;
Tanti auguri a mio padre... perché è un grande sognatore;
Tanti auguri a mio padre... perché mi ripete le stesse cose migliaia di volte;
Tanti auguri a mio padre... perché.... semplicemente perché è mio padre!

22 feb 2013

Tre maledettissimi anni!

Sono passati tre maleddettissimi anni da quel maleddettissimo giorno in cui ho dovuto dire addio alla mia anima gemella. Tre maledettissimi anni in cui mi sono sentita come una terremotata, come se qualche calamità naturale si fosse portata via il mio mondo, quello che ho sempre conosciuto, per costringermi a ricominciare da capo con un'unica, piccola, semplice ma drammatica differenza... lei non c'è più.
In questi tre anni non sono riuscita a rassegnarmi a questa cosa... continuo a tornare a casa e gridare... Mà sono tornata!... senza però ricevere risposta....Quando mi hanno proposto di scrivere il mio primo libro ho preso il telefono e l'ho chiamata... salvo accorgermi poco dopo che il numero era ormai inattivo... quando mi sono laureata per la seconda volta  ho atteso invano di vederla comparire con la sua bella telecamerina dietro i professori per farmi il video.
Qualcuno potrebbe pensare che è triste vivere così, eppure non potete capire in quell'attimo in cui la mente si smarrisce e dimentica cosa è successo quale piacere si prova. Sembra non sia accaduto niente e anche se per quegli attimi poi si paga per giorni, spero di continuare a viverli in eterno perché sono gli unici momenti in cui risento quella voce, gli unici momenti in cui rivedo quella treccia nera... gli unici momenti in cui risento quel profumo particolare di O del Lancome misto a fumo di sigarette. Ma il momento più spettacolare è quando la mia mente, avvolta nelle braccia di Morfeo, riesce addirittura a ricreare quella stupenda sensazione del tatto, quando riesco per qualche breve istante a tenerle la mano, quella mano dalle unghia cortissime, perché "un medico non deve averle lunghe", e piena di spacchi dovuti al freddo. Quella mano che vorrei mi facesse ancora una carezza, anche se ormai sono, come direbbe lei "una ciuccia vecchia di 29 anni".
Come ho già detto a una persona di mia conoscenza... non mi dispiace per me che l'ho persa... ma quelli che non l'hanno conosciuta!
Ciao Colonnello Bene... arrivederci al prossimo sogno!

13 feb 2013

Perché festeggiare San Valentino...

Nessuno più di me è convinto del fatto che l'amore non è fatto di grandi gesti, di cose eclatanti e di dominio pubblico ma di cose che sembrano piccole dal potere immenso. Prima non riuscivo a capire come mai le donne cerchino costantemente uomini che facciano cose eccezionali o assurde per dimostrare il proprio amore, poi alla fine credo di aver capito. Il tutto è sintetizzato nella prima riga di una poesia stupenda di Pablo Neruda... lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine. E' l'abitudine la peggiore nemica dell'amore perché va sempre a braccetto con il darsi per scontati. Mai dare per scontato niente, tanto meno una persona perché nessun essere umano è sempre uguale. Ma soprattutto il compagno o la compagna di una vita non può dare per scontata la persona che ama, perché altrimenti sarebbe uguale a tutte le altre. Molto spesso la vita con il suo realismo ci fa quasi perdere il senso dell'amore, ci fa smettere di sognare e ci rende disillusi... niente di più triste. E allora che si fa? Si inventa una festa per gli innamorati... non c'è bisogno di comprare fiori, bigliettini a forma di cuore, organizzare cene speciali... questa giornata deve servire solo a riportare tutti indietro nel tempo... a quando si arrossiva anche solo a pensare alla persona amata; a quando un bacio non era un gesto automatico, ma l'azione più agognata; a quando un'ora lontano dalla propria metà sembrava un'eternità. Come fare a ottenere questo risultato? Io non lo so perché ogni coppia è diversa... ognuno sa come far sognare la propria metà, basta solo un pò di fantasia. Per un giorno tentiamo di lasciarci alle spalle tutti i problemi che abbiamo, tanto in 24 h non li risolveremo. Mandiamo a fanculo tutti e per un pò torniamo a essere i quattordicenni innamorati che siamo stati tutti, torniamo a sognare, torniamo ad amare, il tutto con un pò di sano egoismo. Poi se riuscite a essere così più spesso, se la vita ve lo permette... fate che sia S. Valentino ogni giorno o almeno a giorni alterni!

7 feb 2013

Profondamente offesa dalla politica italiana!

Io non so se questi politicanti si rendono conto di quanto sono offensivi. Almeno io mi sento offesa a sentire loro che a parole potrebbero risolvere con uno schiocco di dita tutti i problemi che abbiamo. Perché mi sento offesa? Perché mi chiedo come mai se era tutto così semplice non è stato fatto niente finché non siamo arrivati con la merda alle ginocchia. E sottolineo che il maleodorante escremento è solo alle ginocchia perché a differenza di quanto si crede non siamo ancora a livello dei paesi che si sono ribellati l'anno scorso. La maggior parte di noi ha ancora la pancia piena e il culo al caldo ecco perché possiamo permetterci ancora di pontificare senza passare alle vie di fatto. Quelle verranno quando lo stomaco sarà vuoto e il freddo avrà consumato le membra. Nel frattempo, se proprio non si può avere una primavera araba, sarebbe il caso di riflettere bene sul simbolo che merita una bella crocetta giorno 24 (o 25 come più vi fa comodo). Eh si perché non si tratta di scegliere un simbolo che ci piace, votare un amico, qualcuno che ci fa un favore o il meno peggio della banda Bassotti. Si tratta di decidere della nostra vita e di come le cose dovrebbero andare. Ma per scegliere bene bisognerebbe essere delle brave persone, che vogliono vivere rispettando gli altri e pretendendo altrettanto rispetto e al momento queste persone sono poche. Vanno tutti dal miglior offerente... speriamo che non dovranno pentirsi di essersi venduti per fare un piacere, per restare legati a un partito obsoleto... o peggio ancora per avere indietro l'Imu dell'anno scorso!

25 gen 2013

Votare o non votare questo è il problema!

Il mio problema non è decidere chi votare, ma quello che accadrà dopo il voto. Manterranno le promesse fatte? Ci sarà una maggioranza tale da poter fare qualcosa? Ci sarà qualcuno tanto coraggiosa da prendersi le responsabilità di ciò che fa senza fare lo scaricabarile solito? No e li devo pure pagare. Tutti i candidati si sono già espressi in merito ai tagli alla politica e si sono espressi una schifezza ora che senso ha rimettere quella gente lì se già partiamo con il piede sbagliato? Con tutti il rispetto per i grillini che almeno hanno dato prova pratica di quello che dicono ma come si fa a votare per Grillo? Ha poche chances di prendere la maggioranza e quindi....E quindi sono sempre gli stessi. Gli stessi che mi dicono che c'è crisi anche se loro non sanno neanche dove sta di casa sta crisi. Io non riesco a credere che la crisi sia colpa di Berlusconi, di Monti o di altre persone singole. Tutto sto casino può essere frutto solo di anni di frodi e soprattutto di anni di omertà da parte nostra. Siamo tutti buoni a lamentarci dopo ma nessuno fa niente per cambiare le regole del gioco prima. Dice, quello Fiorito si è mangiato tutti quei soldi... si ma vedete che per dirla alla napoletana non lo ha fatto zitto zitto, lo ha fatto con la connivenza di molte persone che ora si lamentano. Vogliamo veramente cambiare le cose? Beh smettiamola di farci abbabbiare sempre. Informiamoci, prendiamoci le nostre responsabilità e non aspettiamo che siano gli altri a prendere in mano le redini della nostra vita anche perché se succede questo saranno loro poi a guidare nel carro e se finiamo giù da un dirupo non è solo colpa dell'auriga incapace ma anche di chi lo ha messo alla guida.

18 gen 2013

Ma dove lavora lei?... bella domanda!

L'altra sera ho presentato il mio libro per la seconda volta e al termine del mio monologo una signora molto garbatamente mi fa "dott.ssa ma lei dove lavora?" e io "bella domanda!".
Dopo un'attimo di incertezza ho chiarito la mia laconica risposta alla signora dicendole che lavoro in cielo, in terra e in ogni luogo, cioè in sintesi dove capita e quando ce n'è.
Non è un buon momento questo per chi ha scelto di fare della cultura il proprio mestiere. A quanto pare non interessa a nessuno imparare e sono tutti convinti che il prodotto cultura non serva a niente e non produca niente. Questo perché così è stato finora. Bisognerebbe invece far capire a tutti che la cultura porta profitti. Come? Semplice se sapete contare e scrivere decentemente la possibilità di essere fregati si riduce al minimo e se proprio non c'è stato un profitto almeno avete evitato la perdita.
Il mio libro però mi sta dando belle soddisfazioni, quanto meno mi sono tornati utili i 7 anni passati all'università che quindi non sono andati completamente persi. Solo che non mi sono resa conto di aver peggiorato la mia situazione di disoccupata. Perché? Ma come non lo sapete che con due lauree e un libro nessuno vi prende a lavorare? Al momento le figure professionali più ricercate sono i decerebrati, le zoccole e gli ignoranti. Io per ovvie doti intellettuali e carenze fisiche non riesco a rientrare in nessuna delle tre categorie.
Dice ... ma come è possibile? E' possibile eccome in un paese dove per fare il ministro non ti chiedono dei requisisti base come conoscenza della materia, conoscenza dell'inglese e cose simili, basta avere solo conoscenze... ma di altro genere. E' possibile in un paese in cui tutti continuano a condannare gli sprechi e poi se ne fanno di certe allucinanti. E' possibile in un paese che da 10.000 e passa euro di stipendio a delle persone e poi per agevolarle gli da pure casa al centro di Roma, visite specialistiche gratuite, biglietti per i mezzi pagati. Una domanda così a bruciapelo.... ma che cazzo ci fate con tutti quei soldi che guadagnate ogni mese se non pagate niente? In che modo fate girare l'economia del paese? Per ora quello che gira sono le palle che stanno per sconfiggere la forza centripeta.
Allora ti dicono... il lavoro te lo devi inventare. Uh e se sapevo che bastava giocare di fantasia chi cazzo studiava per tutto quel tempo. Senza contare le spese per studiare.
Dice... stai incazzata? Perché non si vede?

5 gen 2013

Razzismo o crisi di inferiorità?

Ho appena cominciato a leggere "la banalità del male" di Hannah Arendt... si lo so è pesantuccio ma i libri non possono e non devono essere solo fonte di svago ma soprattutto di cultura. Dalla lettura del libro sono passata ad alcune analisi psicologiche realizzate sui profili dei dittatori della storia e dei personaggi più discussi di essa e sapete cos'è venuto fuori? Si tratta quasi sempre di persone considerate socialmente, fisicamente (vedi statura ridotta) o mentalmente inferiori. Chi è che li considera così? Loro stessi. Molti di quelli che sentono il bisogno di prevalere sugli altri lo fanno per un senso di rivalsa che si riesce a ottenere solo con il terrore o con le armi. Eichmann, uno dei più famosi sostenitori di Hitler e fautori della soluzione finale era fondamentalmente un fallito, che si fregiava del titolo di ingegnere pur non avendo mai finito neanche le scuole superiori e che ha trovato nella divisa un mezzo di rivalsa che la sua incapacità non gli avrebbe mai permesso di ottenere.
Che c'entra tutto questo con il razzismo? Semplicissimo, anche i razzisti soffrono di crisi di inferiorità. Ebbene si. Perché se una persona pensa che un altro può intralciarlo, togliergli qualcosa, minare in qualche modo alla sua vita solo perchè ha un colore della pelle diverso o professa un'altra religione, beh deve soffrire sicuramente di crisi di inferiorità. Come fa ad ovviare a questo problema? Eichmann si era attribuito il titolo di ingegnere e loro invece incolpano gli altri del loro fallimento.
Facciamo degli esempi banali. Non trovo lavoro? E' colpa di questi stupidi etracomunitari. La società va a rotoli? E quello succede perchè ormai si sono persi i valori cristiani. Si ammazza una donna? E' colpa sua che mi ha provocato e non mia che ho un cervello grosso quanto una nocciolina che non mi permette di accettare le sconfitte.
In sintesi ne viene fuori che le persone sicure di se e che non sentono l'esigenza di dover dominare gli altri, dimostrare qualcosa agli altri sono ben poche e da definirsi "normali"... gli altri sfogano le loro frustrazioni come possono, solo che in alcuni casi il rischio è che si facciano milioni di morti...