Durante i primi
anni di università tornavo spesso a casa da Napoli; praticamente tutti i fine
settimana.
Puntualmente
svolgevo il rituale dei saluti: entrata nel cortile di casa di mia nonna passavo
davanti alla sala da pranzo che è al pian terreno e sentivo gridare.
- Lucì!
Al che come al
solito andando verso la scala che porta al piano superiore rispondevo:
- Nonno sono Sara non sono Lucia.
Per quasi due
anni nonno mi ha scambiata per mia madre.
Mio nonno al
secolo Francesco Bene, meglio noto come Nonno
Ciccio o Marescià era un ex
maresciallo dei carabinieri. Mi ha insegnato tantissime cose, soprattutto a
barare con le carte napoletane. Ho imparato a giocare a carte talmente bene
che, quando sono andata al ritiro spirituale con il gruppo della chiesa, a
quattordici anni, mio padre ha scoperto con sconcerto che avevo vinto ben due
medaglie d’oro durante i tornei svoltisi: quella di scopone e quella di
briscola. Recentemente mi sono data anche al gioco d’azzardo nel pensionato in
cui vivo. Per la precisione ho vinto 2 colazioni, 2 aperitivi, 1 pizza e un
pranzo. Niente male no.
Nonno quando non
era giù in sala da pranzo, era nella sua camera al primo piano ad ascoltare
musica lirica: ovviamente con tutto il resto del vicolo, dato il volume a cui teneva
il giradischi. Passando davanti alla sua stanza era molto probabile trovarsi
nel pieno di un concerto di Caruso o all’esecuzione di Cavaradossi.
Ferreo tifoso
del Savoia e con un’ossessione per le lettere. Scriveva a chiunque. Ho scoperto,
dopo la sua morte, che aveva scritto anche al vescovo di Cracovia per far
erigere un monumento in onore di Papa Giovanni Paolo II.
Credo di aver ereditato da lui la passione per la lirica e la mania per
le lettere.
Mio Nonno è
sempre stato la prima tappa del tour di saluti di ritorno dall’università. Con lui
il momento più bello, che io anche ora che è morto ripeto come fosse un
rituale, si svolgeva la mattina del primo dell’anno. Quando pranzavamo ancora a
casa da nonna tutti insieme, arrivavamo sempre mentre andava in onda alla tv il
concerto di capodanno. A chiudere il concerto c’era come sempre la marcia di
Radetzky. Io e nonno ci mettevamo a battere con le posate sul tavolo portando
il ritmo e tuttora fatico a tenere le mani ferme quando sento quella canzone.
Per un certo
periodo si era messo in testa che dovevo fare il carabiniere e così, quando è
stato permesso l’accesso anche alle donne nell’Arma, lui ha cominciato la sua
opera di convincimento. Quando ho scelto di studiare archeologia ci è rimasto
un pò male. Ma niente paura: ha scoperto che nei carabinieri c’era anche un
gruppo speciale addetto al recupero dei beni culturali e così tutte le sue
speranze si sono riaccese. Nonno aveva un’altra caratteristica molto
particolare, mangiava di tutto, anche le gomme per cancellare.
Mi spiego
meglio.
Per un periodo
le cartolerie hanno venduto delle gommine a forma di merendine che, sono state
poi ritirate dal commercio perché pericolose per i bambini. C’era infatti il
rischio che le ingerissero. Ebbene un giorno nonno ha trovato una di queste gommine
sul tavolo del soggiorno e avendo questa la forma di una crostatina ha pensato
bene di mangiarla. Salvo accorgersi dopo qualche secondo che aveva un sapore
strano.
Ma il problema
peggiore del Maresciallo era la guida. Per nonno la macchina aveva solo due
marce: la prima e la retromarcia. Potevi sentirlo arrivare a chilometri di
distanza. Si narra che durante un viaggio verso Napoli, di fronte ad una salita
nonno abbia inserito la quarta. Chi ne capisce almeno un po’ di automobili può
comprendere il dramma. Molti dicono che io e mamma abbiamo ereditato questo suo
pregio. Un’altra sua passione era il
mitico Totò. Mi ha fatto vedere tutti i suoi film e, ancora oggi, cerco tutti i
giorni, sulle reti regionali, i film del grande comico napoletano. Sarei capace
di rivedere La banda degli onesti o I due marescialli fino alla nausea.
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