11 mag 2012

Parte 3: Il Maresciallo Bene

Durante i primi anni di università tornavo spesso a casa da Napoli; praticamente tutti i fine settimana.
Puntualmente svolgevo il rituale dei saluti: entrata nel cortile di casa di mia nonna passavo davanti alla sala da pranzo che è al pian terreno e sentivo gridare.

  • Lucì!

Al che come al solito andando verso la scala che porta al piano superiore rispondevo:

  • Nonno sono Sara non sono Lucia.

Per quasi due anni nonno mi ha scambiata per mia madre.
Mio nonno al secolo Francesco Bene, meglio noto come Nonno Ciccio o Marescià era un ex maresciallo dei carabinieri. Mi ha insegnato tantissime cose, soprattutto a barare con le carte napoletane. Ho imparato a giocare a carte talmente bene che, quando sono andata al ritiro spirituale con il gruppo della chiesa, a quattordici anni, mio padre ha scoperto con sconcerto che avevo vinto ben due medaglie d’oro durante i tornei svoltisi: quella di scopone e quella di briscola. Recentemente mi sono data anche al gioco d’azzardo nel pensionato in cui vivo. Per la precisione ho vinto 2 colazioni, 2 aperitivi, 1 pizza e un pranzo. Niente male no.
Nonno quando non era giù in sala da pranzo, era nella sua camera al primo piano ad ascoltare musica lirica: ovviamente con tutto il resto del vicolo, dato il volume a cui teneva il giradischi. Passando davanti alla sua stanza era molto probabile trovarsi nel pieno di un concerto di Caruso o all’esecuzione di Cavaradossi.
Ferreo tifoso del Savoia e con un’ossessione per le lettere. Scriveva a chiunque. Ho scoperto, dopo la sua morte, che aveva scritto anche al vescovo di Cracovia per far erigere un monumento in onore di Papa Giovanni Paolo II.
Credo di aver ereditato da lui la passione per la lirica e la mania per le lettere. 
Mio Nonno è sempre stato la prima tappa del tour di saluti di ritorno dall’università. Con lui il momento più bello, che io anche ora che è morto ripeto come fosse un rituale, si svolgeva la mattina del primo dell’anno. Quando pranzavamo ancora a casa da nonna tutti insieme, arrivavamo sempre mentre andava in onda alla tv il concerto di capodanno. A chiudere il concerto c’era come sempre la marcia di Radetzky. Io e nonno ci mettevamo a battere con le posate sul tavolo portando il ritmo e tuttora fatico a tenere le mani ferme quando sento quella canzone.
Per un certo periodo si era messo in testa che dovevo fare il carabiniere e così, quando è stato permesso l’accesso anche alle donne nell’Arma, lui ha cominciato la sua opera di convincimento. Quando ho scelto di studiare archeologia ci è rimasto un pò male. Ma niente paura: ha scoperto che nei carabinieri c’era anche un gruppo speciale addetto al recupero dei beni culturali e così tutte le sue speranze si sono riaccese. Nonno aveva un’altra caratteristica molto particolare, mangiava di tutto, anche le gomme per cancellare.
Mi spiego meglio.
Per un periodo le cartolerie hanno venduto delle gommine a forma di merendine che, sono state poi ritirate dal commercio perché pericolose per i bambini. C’era infatti il rischio che le ingerissero. Ebbene un giorno nonno ha trovato una di queste gommine sul tavolo del soggiorno e avendo questa la forma di una crostatina ha pensato bene di mangiarla. Salvo accorgersi dopo qualche secondo che aveva un sapore strano.
Ma il problema peggiore del Maresciallo era la guida. Per nonno la macchina aveva solo due marce: la prima e la retromarcia. Potevi sentirlo arrivare a chilometri di distanza. Si narra che durante un viaggio verso Napoli, di fronte ad una salita nonno abbia inserito la quarta. Chi ne capisce almeno un po’ di automobili può comprendere il dramma. Molti dicono che io e mamma abbiamo ereditato questo suo pregio.  Un’altra sua passione era il mitico Totò. Mi ha fatto vedere tutti i suoi film e, ancora oggi, cerco tutti i giorni, sulle reti regionali, i film del grande comico napoletano. Sarei capace di rivedere La banda degli onesti o I due marescialli fino alla nausea.

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