La stazione di
Falciano-Mondragone-Carinola sembra proprio quella descritta da Calvino
all’inizio del suo libro Se una notte
d’inverno un viaggiatore. Persa nelle campagne del casertano. Talmente
tanto vicina a vari allevamenti di bufale, che appena le vedo capisco di essere
arrivata a destinazione.
Questo è un
luogo che negli ultimi anni mi è capitato di frequentare spesso, dato il mio
andirivieni tra Napoli e Mondragone.
Da anni ormai la
suddetta stazione manca completamente di personale onde per cui ci si arrangia
un po’ come si può. Per arrivare in questa landa desolata, si può fare uso di
un pulmino, che ha fatto provare a molti l’ebbrezza della diligenza; ci mancano
solo i banditi e il quadro è completo. I più fortunati raggiungono la ferrovia
in macchina.
Alla stazione
accadono cose che ormai sono entrate a far parte della normalità ma che tali
non sono. Come si direbbe a livello giuridico fanno parte della consuetudine.
La scena più comune alla quale si può assistere è quella di un gregge di esseri
umani che attraversa i binari del treno; il tutto con tanto di cartello che
riporta a chiare lettere la seguente frase: è
severamente vietato attraversare i binari – servirsi del sottopassaggio.
Per i ciechi del
paese, che sono tanti, c’è anche una “suadente” vocina che all’altoparlante
ripete il suddetto messaggio. Niente da fare, le cose non cambiano.
Un altro show al
quale potreste assistere sono i vaneggiamenti dell’addetto alla sala controlli.
In realtà nella sala controlli non c’è nessuno, ma sono anni che riceviamo
indicazioni da una voce che non sappiamo da dove proviene. Un giorno ha
annunciato, tramite l’altoparlante, che il treno diretto per Napoli Centrale
era in arrivo al sesto binario. Considerando che la stazione conta solo tre
binari è venuto spontaneo a molti chiedersi cosa avesse fumato e/o ingerito il
suddetto soggetto.
Qualche volta è
anche capitato che non ci fosse nessuno ad annunciare l’arrivo dei vari treni,
per cui ci è toccato chiedere ai passeggeri di ogni treno in transito…
- scusate ma dove va questo treno?
In generale io
con i mezzi di trasporto non ho proprio un bellissimo rapporto. Soffro, come
dicono alcune persone, del mal di movimento. In pratica mi viene subito la
nausea. Ho trovato una tecnica abbastanza efficace per risolvere il problema:
mi addormento e così non mi accorgo di nulla. Certo è che non sono molto di
compagnia.
Ormai ho
sviluppato talmente bene questa tecnica che mi addormento in soli tre secondi.
Una volta,
quando ero ad Atene, presi la metro che andava da piazza Vittoria al Pireo. Dovevo
scendere dopo due, al massimo tre fermate. La mia tecnica in quel caso ha funzionato
fin troppo bene: mi sono addormentata alla grande e mi sono svegliata dopo una
mezz’ora tra le urla di un controllore greco. Oltretutto non capivo niente di
quello che diceva. Il poverino era incazzatissimo, erano già dieci minuti che
tentava di svegliarmi, ma io, niente.
La peggiore
esperienza che ricordo a proposito di mezzi di trasporto, purtroppo sono
costretta a ripeterla con una certa regolarità. Il mio fidanzato, infatti, vive
a Maiori, in Costiera Amalfitana. Mamma mia quanto odio tutte quelle curve. Gli
autisti guidano come se fossero a Monza e puoi immaginare come mi sento ogni
volta.
La prima volta
che ho incontrato il papà di Agostino avevo un colorito tendente al verdognolo,
misto a varie tonalità di blu. La prima cosa che ho dovuto fare dopo essermi
presentata, è stata assicurare che di solito sono molto più rosea e
presentabile; altrimenti il papà del mio ragazzo avrebbe potuto pensare che il
figlio si era fidanzato con Shrek.
BELLISSIME CIAO
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