Io e Agostino
ormai siamo insieme da sei anni e mezzo. In pratica abbiamo vissuto in una
camera doppia in pensione per 4 anni. Quindi non è stata una convivenza,
peggio. Immaginate di stare in venti metri quadrati tutti i giorni insieme. Beh
è già difficile con un amico figuriamoci con un fidanzato. Noi però abbiamo
sviluppato una tecnica. In pratica, quando uno dei due è intrattabile, l’altro
letteralmente lo ignora. Ciò non toglie che i litigi ci siano e non puoi
neanche immaginare per quali stupidaggini si litighi. Cose al limite del
paradossale. Ora abbiamo una casa e quindi quando litighiamo almeno uno dei due
se ne può andare nel bagno.
A volte mi
chiedo come sia possibile. Io ho un carattere molto particolare, o almeno io lo
definisco così, altri direbbero che ho un caratteraccio. Comunque nonostante
ciò Agostino ha imparato come prendermi, con alti e bassi naturalmente.
Io letteralmente
adoro la serie di Don Camillo, e
anche a lui piace tantissimo, mentre invece molti miei coetanei non sanno
neanche chi siano Don Camillo e Peppone. Tutte le sere dopo aver visto un film
alla televisione, mettiamo il DVD di Don
Camillo o qualche commedia di Salemme, così ci addormentiamo tranquilli o
meglio io dormo tranquilla. Ma secondo te chi avrebbe sopportato di vedere lo
stesso DVD per centinaia e centinaia di volte? Comincio a credere che nel Simposio Platone avesse ragione. Ci
hanno divisi e tutto sta nel ritrovare la propria metà.
Non è tutto rose
e fiori però. Lo faccio disperare. In genere io mi addormento sempre prima di
lui. Lui è più nottambulo, io alle 10 tendo già allo stato comatoso lui invece
prima delle 2 non dorme. Io mi sveglio alle 5 di mattina e lui alle 8/8 e 30. Siamo
praticamente fatti l’uno per l’altra. La domenica ci mettiamo a letto e
mettiamo il solito DVD mentre lui aspetta pazientemente che mi addormenti per
vedere controcampo. Appena mi addormento cambia canale e il risultato è sempre
lo stesso: mi sveglio e comincio a fare i capricci come i bambini finché non
rimette il DVD. E quando poi, dopo soli tre secondi, mi riaddormento di nuovo,
non cambia neanche più canale.
Per farvi capire
che tipo è Agostino…dopo due mesi che uscivamo insieme gli ho scritto un sms:
Ti amo.
Era la prima
volta che glie lo dicevo, un momento romantico, di quelli che poi restano impressi
per tutta la vita e lui mi ha risposto a sua volta con un sms:
E tu così a sangue freddo me lo dici?
Romantico vero?
Sono queste le cose che ti scaldano il cuore. Io gli ho fatto notare che l’unica
alternativa era dirglielo cantando con un tamburello in mano ma non mi sembrava
il caso.
Certo è che glie
ne ho combinate talmente tante che se non mi ha lasciata finora vuol dire che
mi ama davvero.
Una sera eravamo
andati al cinema. Un multisala che si trova a Napoli. Uscivamo insieme da
qualche mese. Abbiamo visto Tristano e Isotta, una cosa molto allegra. Diciamo
non proprio il suo genere. Usciti dal cinema, a metà strada da casa, cerco il
cellulare in borsa per chiamare mamma. Io, degna figlia di mia madre, ho una
borsa talmente piena di cianfrusaglie che sembro Mary Poppins. C’è di tutto, portafoglio, fazzoletti, chiavi, ago e
filo, penne e chi più ne ha più ne metta. Cerco cerco e… si verifica il dramma…il
cellulare non c’è. Oddio l’ho perso! E ora come faccio? Il panico aumenta
sempre più fino a che non mi faccio prendere letteralmente da una crisi
isterica. Avevo tutti i suoi messaggi salvati sul telefonino.
Oddio!
Prendiamo subito
un taxi e, sempre in modo molto convulso, torniamo al cinema per tentare di
ritrovare il famoso cellulare. Il secondo spettacolo era già iniziato e io
convinco la maschera a farmi entrare con una torcia. Mi metto gattoni a cercare
sotto il piedi di tutti quelli seduti in sala. Tutti mi devono aver presa per
pazza. Niente da fare. L’ho perso. In tutto questo tempo Agostino mi aveva
pazientemente assecondato nella mia follia. Torniamo a casa a piedi. Io in una
valle di lacrime continuavo a ripetere che ero sicurissima di averlo con me. Anzi, quando Agostino insisteva
chiedendomi se non era possibile che lo avessi dimenticato a casa mi sono anche
offesa e ho cominciato ad inveire contro di lui. Rientrati in pensione, apro la
porta della mia camera ed ecco il mio cellulare beatamente posato sulla
scrivania.
Credo che quella
sera Agostino abbia seriamente pensato di pestarmi a sangue. Che pazienza
infinita che ci vuole.
Come dice sempre
lui, abbiamo litigato nei posti più belli delle nostre vacanze…. In Sardegna
abbiamo litigato al mare; a Parigi, ovviamente, sotto la
Tour Eiffel ; in Grecia, appena siamo
sbarcati a Santorini. Per fortuna abbiamo evitato di fare storie almeno sotto la Porta di Brandeburgo, anche
se in realtà ci è mancato poco.
A volte davvero
non riesco a capire come quel sant’uomo riesca a sopravvivere al mio fianco.
Non è cosa facile, anche perché abbiamo un altro problema un po’ particolare: i
regali.
Ogni volta che
lui decide di farmi un regalo riesco a rovinare tutto, ovviamente
involontariamente. Quando abbiamo festeggiato sei mesi insieme c’era il
Festivalbar a Napoli. Siamo usciti con gli amici per andare a vedere il
concerto ed io gli ho fatto una scenata perché sostenevo che avrebbe dovuto
farmi almeno un pensierino. Per la precisione le mi esatte parole sono state:
- E che cavolo Ago, io volevo un fiore, una scemenza, mica la colazione a letto!.
A questo punto
lui ha cominciato a gridare dicendo che gli rovino sempre le sorprese. Poverino
aveva comprato un vassoio di vimini, una tazza con sopra scritto il mio nome con
tanto di piattino; per completare aveva anche comprato i miei cereali preferiti
e una rosa. Il tutto per portarmi la colazione a letto. Volevo morire.
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