18 giu 2012

Parte 21: Quel povero disgraziato di Agostino. parte 1


Io e Agostino ormai siamo insieme da sei anni e mezzo. In pratica abbiamo vissuto in una camera doppia in pensione per 4 anni. Quindi non è stata una convivenza, peggio. Immaginate di stare in venti metri quadrati tutti i giorni insieme. Beh è già difficile con un amico figuriamoci con un fidanzato. Noi però abbiamo sviluppato una tecnica. In pratica, quando uno dei due è intrattabile, l’altro letteralmente lo ignora. Ciò non toglie che i litigi ci siano e non puoi neanche immaginare per quali stupidaggini si litighi. Cose al limite del paradossale. Ora abbiamo una casa e quindi quando litighiamo almeno uno dei due se ne può andare nel bagno.
A volte mi chiedo come sia possibile. Io ho un carattere molto particolare, o almeno io lo definisco così, altri direbbero che ho un caratteraccio. Comunque nonostante ciò Agostino ha imparato come prendermi, con alti e bassi naturalmente.
Io letteralmente adoro la serie di Don Camillo, e anche a lui piace tantissimo, mentre invece molti miei coetanei non sanno neanche chi siano Don Camillo e Peppone. Tutte le sere dopo aver visto un film alla televisione, mettiamo il DVD di Don Camillo o qualche commedia di Salemme, così ci addormentiamo tranquilli o meglio io dormo tranquilla. Ma secondo te chi avrebbe sopportato di vedere lo stesso DVD per centinaia e centinaia di volte? Comincio a credere che nel Simposio Platone avesse ragione. Ci hanno divisi e tutto sta nel ritrovare la propria metà.
Non è tutto rose e fiori però. Lo faccio disperare. In genere io mi addormento sempre prima di lui. Lui è più nottambulo, io alle 10 tendo già allo stato comatoso lui invece prima delle 2 non dorme. Io mi sveglio alle 5 di mattina e lui alle 8/8 e 30. Siamo praticamente fatti l’uno per l’altra. La domenica ci mettiamo a letto e mettiamo il solito DVD mentre lui aspetta pazientemente che mi addormenti per vedere controcampo. Appena mi addormento cambia canale e il risultato è sempre lo stesso: mi sveglio e comincio a fare i capricci come i bambini finché non rimette il DVD. E quando poi, dopo soli tre secondi, mi riaddormento di nuovo, non cambia neanche più canale. 
Per farvi capire che tipo è Agostino…dopo due mesi che uscivamo insieme gli ho scritto un sms:
Ti amo.
Era la prima volta che glie lo dicevo, un momento romantico, di quelli che poi restano impressi per tutta la vita e lui mi ha risposto a sua volta con un sms:
E tu così a sangue freddo me lo dici?
Romantico vero? Sono queste le cose che ti scaldano il cuore. Io gli ho fatto notare che l’unica alternativa era dirglielo cantando con un tamburello in mano ma non mi sembrava il caso.
Certo è che glie ne ho combinate talmente tante che se non mi ha lasciata finora vuol dire che mi ama davvero.
Una sera eravamo andati al cinema. Un multisala che si trova a Napoli. Uscivamo insieme da qualche mese. Abbiamo visto Tristano e Isotta, una cosa molto allegra. Diciamo non proprio il suo genere. Usciti dal cinema, a metà strada da casa, cerco il cellulare in borsa per chiamare mamma. Io, degna figlia di mia madre, ho una borsa talmente piena di cianfrusaglie che sembro Mary Poppins. C’è di tutto, portafoglio, fazzoletti, chiavi, ago e filo, penne e chi più ne ha più ne metta. Cerco cerco e… si verifica il dramma…il cellulare non c’è. Oddio l’ho perso! E ora come faccio? Il panico aumenta sempre più fino a che non mi faccio prendere letteralmente da una crisi isterica. Avevo tutti i suoi messaggi salvati sul telefonino.
Oddio!
Prendiamo subito un taxi e, sempre in modo molto convulso, torniamo al cinema per tentare di ritrovare il famoso cellulare. Il secondo spettacolo era già iniziato e io convinco la maschera a farmi entrare con una torcia. Mi metto gattoni a cercare sotto il piedi di tutti quelli seduti in sala. Tutti mi devono aver presa per pazza. Niente da fare. L’ho perso. In tutto questo tempo Agostino mi aveva pazientemente assecondato nella mia follia. Torniamo a casa a piedi. Io in una valle di lacrime continuavo a ripetere che ero sicurissima di averlo con me. Anzi, quando Agostino insisteva chiedendomi se non era possibile che lo avessi dimenticato a casa mi sono anche offesa e ho cominciato ad inveire contro di lui. Rientrati in pensione, apro la porta della mia camera ed ecco il mio cellulare beatamente posato sulla scrivania.
Credo che quella sera Agostino abbia seriamente pensato di pestarmi a sangue. Che pazienza infinita che ci vuole.
Come dice sempre lui, abbiamo litigato nei posti più belli delle nostre vacanze…. In Sardegna abbiamo litigato al mare; a Parigi, ovviamente, sotto la Tour Eiffel; in Grecia, appena siamo sbarcati a Santorini. Per fortuna abbiamo evitato di fare storie almeno sotto la Porta di Brandeburgo, anche se in realtà ci è mancato poco.
A volte davvero non riesco a capire come quel sant’uomo riesca a sopravvivere al mio fianco. Non è cosa facile, anche perché abbiamo un altro problema un po’ particolare: i regali.
Ogni volta che lui decide di farmi un regalo riesco a rovinare tutto, ovviamente involontariamente. Quando abbiamo festeggiato sei mesi insieme c’era il Festivalbar a Napoli. Siamo usciti con gli amici per andare a vedere il concerto ed io gli ho fatto una scenata perché sostenevo che avrebbe dovuto farmi almeno un pensierino. Per la precisione le mi esatte parole sono state:
  • E che cavolo Ago, io volevo un fiore, una scemenza, mica la colazione a letto!.
A questo punto lui ha cominciato a gridare dicendo che gli rovino sempre le sorprese. Poverino aveva comprato un vassoio di vimini, una tazza con sopra scritto il mio nome con tanto di piattino; per completare aveva anche comprato i miei cereali preferiti e una rosa. Il tutto per portarmi la colazione a letto. Volevo morire.

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