1 giu 2012

Parte 15: I napoletani... una razza unica!


I napoletani poi hanno un altro assunto di tipo linguistico però. Qualsiasi parola deve avere l’accento sull’ultima sillaba. Esempi:
recòrd, pulmànn
Lo stesso vale per i nomi:
Hamsìk, Armstròng.
Il paradosso però è che quando devono dire cha vanno a piazza Cavoùr, convinti che quella con l’accento sull’ultima sillaba sia la versione dialettale, dicono piazza Càvour.
In generale i problemi linguistici sono abbastanza diffusi nel capoluogo partenopeo ma, come diceva il comico napoletano Simone Schettino, danno colore alla lingua italiana.
Una delle più comiche è successa a mio padre. Papà lavora all’ospedale Cardarelli di Napoli. Così chiamato in onore di Antonio Cardarelli, illustre clinico. Un giorno mi padre riceve la seguente telefonata:
  • Pronto!
  • Buongiorno signora dite.
  • È l’ospedale Cardarelli?
  • Certo!
  • Parlo con il cardarello dell’ematologia?
Papà dopo la telefonata non riusciva a smettere di ridere.
Ancora più esilaranti sono i vari tentativi di tradurre alcune parole dal dialetto all’italiano. Mi è capitato di sentire dire a delle signore di dover andare all’ospedale “Pasquale”.
Un giorno mio padre mi aveva prenotato una tac; voleva fare un controllo per accertarsi delle condizioni della mia sinusite cronica che ovviamente stava benissimo. Ho dovuto aspettare quasi tre ore e ne frattempo mi sono messa a chiacchierare con una coppia di signori. Uno dei due sembrava molto pratico e mi ha cominciato a spiegare che era in attesa di fare una risonanza magnetica.
  • Speriamo che questa volta riesco a fare il controllo. – mi disse.
  • Come mai? Le altre volte avete avuto problemi?
  • E si, con la prostata che ho!
  • Ah si! Perché la prostata crea problemi per la risonanza?
  • Si. Io ce l’ho vicino al piede, proprio dove devo fare il controllo.
A quel punto cominciai a chiedermi tra me e me: come cavolo ha fatto la prostata di questo signore ad arrivare vicino al piede?
Il discorso proseguì, ma io rimasi alquanto perplessa, finché:
  • Io qualche anno fa mi sono rotto la tibia e così mi hanno messo una prostata di ferro al posto dell’osso.
Ecco risolto il mistero.
  • Ma quindi avete una protesi?
  • Eh si, perché io che ho detto?
Ovviamente anche le parolacce sono degne di nota … si va dal semplicissimo “funiculare senza corrente” al più articolato “mammeta è talmente cessa che neanche la zoccola ha potuto fare!”.
 In giro per questa città me ne sono successe di tutti i colori.
Un giorno passeggiando per il centro storico, dove io vivo, dopo aver comprato un libro a via Benedetto Croce, mi sono avviata verso l’università. In quella zona di Napoli esiste un corpo di polizia unico al mondo: i Falchi. Si tratta di uomini addetti all’anti-scippo.
Dicesi “scippo” la rapina fatta al volo da un motorino; in genere il bottino è una borsa. I falchi sono in incognito, anche se, qualsiasi napoletano è in grado di riconoscerli. Vanno in giro su moto di grossa cilindrata e sembrano più dei malviventi che dei poliziotti.
Dicevo.
Mentre andavo all’università sono passata per piazza del Gesù quando una signora, abbastanza in là con gli anni, tutta impellicciata e con un’enorme borsa, in pratica il soggetto perfetto per uno scippo, passa per la piazza. Un motorino con due ragazzi sopra le si avvicina e il ragazzo seduto dietro tenta di prenderle la borsa. La signora a quel punto oppone un’inaspettata resistenza tirando la borsa nel senso opposto. Ma il bello è venuto dopo. All’improvviso sono arrivati i falchi che anziché fermare gli scippatori, nel tentativo di non far fare male la signora hanno cominciato a tirarla dall’altro lato. La donna presa dall’esasperazione cominciò a grida:
  •  we chell a borsa è una sola, mò vedete chi se la deve piglià.
E’ stato un attimo e mi sono accasciata a terra a ridere perché mi sono resa conto che la signora pensava che la stessero scippando anche i falchi. Non li aveva riconosciuti e aveva giustamente comunicato ai contendenti che la borsa era una e dovevano decidere chi se la doveva prendere.
Un’altra volta ero dal parrucchiere anzi, dalla parrucchiera. Era un esercizio di quelli economici, che fanno lo sconto agli studenti. La parrucchiera stava parlando con due signore mentre mi lavava i capelli:
  •  mamma mia ma hai visto quanto costa la benzina ora?
  • Eh si, ma mio marito ne ha trovata una che costa veramente poco. – afferma soddisfatta l’altra donna. -  È una marca strana, né Agip né Esso.
  • e come si chiama?
  • Tiene un nome strano…ah si! Si chiama GPL.
No comment.

2 commenti:

  1. Mi hai fatto piegare dal ridere e così ho dovuto leggerla all'intera famiglia...ti fanno i complimenti Ciao quanto ridere.

    RispondiElimina
  2. ahahaha mi fa tanto piacere. Molti me lo dicono. Almeno in un momento così deprimente della nostra vita ci scappa una bella risata. Le puntate continueranno ancora per un pò.

    RispondiElimina