25 mar 2012

Onesti per paura o per rispetto?

Platone nel secondo libro della Repubblica ci racconta una storia particolare, quella di Gige. Questi era un bovaro al servizio del re della Lidia. Un giorno mentre era in giro con i suoi animali, trovò per caso un anello d'oro con un castone e scoprì che girando il castone nella parte interna della mano poteva diventare invisibile. La prima cosa che Gige fece fu andare al palazzo e sedurre di nascosto la moglie del re per poi uccidere il re e prendere il suo posto alla guida del regno di Lidia. Platone con questo aneddoto voleva semplicemente sottolineare come in genere si tende a essere onesti solo per paura di dover subire una punizione. Quanti di noi potrebbero veramente dire che avendo un anello come quello di Gige, si comporterebbero onestamente pur potendo fare altrimenti con la certezza di restare impuniti? Beh spero che siano molte perchè altrimenti non abbiamo compreso il senso dell'onestà che è, a mio parere, il rispetto altrui e non il proprio tonaconto. Non si deve essere onesti perchè ci si aspetta una ricompensa o per non essere puniti; neanche per fare la cosa giusta, perchè è difficile stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Lo si dovrebbe fare solo pensando agli altri ed evitando loro quello che non vorremmo fosse fatto a noi stessi, per parafrasare quel povero Gesù. Dico povero perchè più si avvicina la Pasqua e più mi fa pena. Se davvero si è fatto uccidere per noi ha fatto un gesto inutile. Basta pensare a come ogni giorno le persone interpretino liberamente le sue parole per capire quanto sia stato inutile il suo sforzo. Non sono una credente eppure continuo a vivere secondo quel semplice comandamento che non rientra neppure nei primi dieci e che invece sarebbe la sintesi dei primi dieci: "non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te!". In esso è compreso non uccidere; non rubare; non maltrattare i genitori; non desiderare le cose degli altri e per giungere a peccati più moderni: non fregare il prossimo tuo; non frodare lo stato perchè così frodi te stesso e gli altri; non dare per scontate le persone e le cose... ce ne sarebbero da scrivere.
In sintesi perchè quando ci viene la voglia di rubare, anziché pensare alle conseguenze non pensiamo al danno che stiamo arrecando? Quando ci viene la voglia di metterci in maternità a rischio quando non c'è nessun rischio; prenderci giorni per malattie inestistenti; frodare le assicurazioni, invece di temere le conseguenze per noi stessi, pensiamo ai danni che arrechiamo agli altri.
Dico questo solo per ricordare a tutti il senso dell'onestà.

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