12 mar 2012

Evoluzione naturale dei sentimenti?

L'ultimo libro che ho letto mi ha spinta a pormi delle domande alquanto particolari per quel che riguarda la concezione della morte. Ovviamente il libro che leggevo era ambientato nell'antica Roma e mi sono ritrovata di fronte a genitori che hanno perso i loro figli ancora piccoli, accettando quell'evento come normale in un periodo storico in cui la mortalità infantile era altissima; mi sono ritrovata al fianco di guerrieri che accettavano di morire per ideali più importanti della vita di un singolo individuo o anche disposti a sacrificare la vita di molti altri solo per salvare la propria; mi sono ritrovata anche di fronte a donne morte di parto a meno di 20 anni. Tutti questi eventi sembrano essere stati vissuti 2000 anni fa con molta naturalezza. Facevano parte della vita di ognuno e tutti erano talmente abituati a tutto ciò che lo accettavano con rassegnazione. Oggi rimarremmo sconvolti di fronte a tragedie o scelte simili perchè? Perchè 2000 anni fa la morte veniva vissuta in questo modo e oggi no? L'idea che mi sono fatta io è questa. E' tutta colpa della morale. Niente altro che un condizionamento mentale che ci porta a credere che voler salvare la propria vita a discapito di quella altrui sia sbagliato; che sopravvivere alla morte di un figlio o un compagno ricominciando a vivere sia sbagliato. E chi lo ha detto che le cose stanno davvero così? 2000 anni fa si rispettava il corso imposto dalla natura alle cose. Ora siamo noi ad imporre alla natura la nostra volontà. Qual'è la versione migliore? Non saprei davvero dirlo, credo solo che sarebbe interessante poter tornare indietro nel tempo per capire meglio alcune dinamiche psicologiche e scoprire cosa è cambiato davvero in noi, se anche i sentimenti sono soggetti all'evoluzione naturale o solo il nostro fisico....

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