16 set 2012

I nonni!

Interrompo un pò il ciclo su Barcellona perchè l'altro giorno mi sono messa a pensare una cosa... quanti di noi si godono davvero i propri nonni? E non mi riferisco a una questione affettiva ma intendo quanti di noi conoscono davvero i propri nonni? Stanno lì, sembra che non siano mai stati giovani, che siano stati sempre così come li vediamo con gli occhi di bambino... eppure loro sono i famosi giganti sulle cui spalle ci ergiamo come dei nani per vedere lontano. Mi nonno Francesco Bene, detto nonno Ciccio, l'ho sempre visto come un tipo strano che se ne andava in giro con abiti sgargianti e colorati insieme agli altri vecchietti amici suoi. Eppure dopo la sua morte l'ho conosciuto veramente. Carabiniere nei secoli fedele, che aveva partecipato alla seconda guerra mondiale ma soprattutto, aveva fatto parte della squadra che ha dato la caccia al bandito Giuliano in Sicilia. Poi c'era mio nonno paterno, Giuseppe Prossomariti, detto nonno Peppe, il quale per me è sempre stato il placido salumiere del viale principale di Laureana di Borrello, e invece si era fatto il deserto a piedi perchè era stato prigioniero degli inglesi, aveva vissuto diversi anni in Inghilterra dove aveva imparato l'inglese. E non è tutto; sapeva anche suonare la fisarmonica e il mio strumento preferito... il violino. Eppure io non l'ho mai sentito suonare. Quando ci veniva a trovare a Mondragone la mattina mentre aspettava per andare in bagno si aggirava sempre per casa con dei pantaloni classici, la canottiera bianca e le bretelle. I capelli erano sempre impomatati in stile Rodolfo Valentino e aveva sempre un pettine e un'asciugamano sul braccio in una posa compostissima.
Perchè aspettiamo così tanto per chiederci chi sono quelle persone che ci coccolano tanto e non chiedono mai niente in cambio se non un ti voglio bene? Perchè ci dimentichiamo che anche loro hanno amato, sofferto, vissuto proprio come noi?
Sono in possesso di un bagaglio culturale dal potenziale spaventoso, anche se a volte non lo sanno, e basterebbe lasciarli raccontare qualche momento della loro vita per tornare indietro nel tempo e vivere con loro delle esperienze stupende.

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